L'Abruzzo torna in zona gialla
dopo due settimane in arancione. Le città si rianimano e bar e
ristoranti riaprono al pubblico, almeno fino alle 18. Mentre le
restrizioni si riducono, però, i numeri dell' emergenza,
soprattutto quelli relativi ai nuovi contagi, sono in aumento. I
problemi riguardano in particolare il mondo della scuola: sono
migliaia le persone - tra studenti, docenti e collaboratori - in
quarantena a causa di casi di Covid-19 nelle classi. A Pescara,
ieri, il sindaco ha chiuso diversi istituti proprio a causa del
rapido aumento dei contagi.
Nel capoluogo adriatico, infatti, il virus sta circolando
velocemente: 912 i casi emersi a gennaio, con una media di 30
contagi al giorno. Tanti i giovani e i giovanissimi che hanno
contratto l'infezione. Più in generale, la situazione sta
peggiorando in tutta l'area metropolitana, da Montesilvano a
Spoltore, da Chieti a San Giovanni Teatino e a Francavilla.
Con il passaggio in zona gialla è ora possibile spostarsi tra
comuni. Gli utenti possono inoltre tornare a sedersi ai tavoli
di bar e ristoranti. Grande attenzione da parte delle forze
dell'ordine alle zone dei locali e della movida e, in
particolare, all'area di piazza Muzii di Pescara - distretto
food and beverage più importante d'Abruzzo - dove nelle ultime
settimane si sono spesso registrati folle per gli aperitivi e
assembramenti, nonostante i divieti, dopo le 18, di consumare
cibi e bevande in strada e di vendita con asporto da parte di
alcune categorie di attività.
L'Abruzzo, dopo quasi due mesi trascorsi tra le fasce
arancione e rossa e dopo le restrizioni delle festività
natalizie, è stato in zona gialla solo nel periodo dall'11 al 17
gennaio. Poi il passaggio in fascia arancione. L'11 gennaio
hanno riaperto le scuole, ma nel giro di pochi giorni sono
emersi i primi casi in aula e le prime classi in quarantena.
Fino ad arrivare alla situazione odierna.
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