L'Abruzzo, dopo due mesi e mezzo,
si risveglia in zona gialla. Da oggi, come in gran parte
d'Italia, la regione inizia gradualmente a ripartire. Tra le
novità principali, la possibilità per i ristoranti di aprire a
pranzo e a cena, ma esclusivamente con tavoli all'aperto. Resta
comunque in vigore il coprifuoco dalle 22. L'Abruzzo era in zona
arancione dallo scorso 14 febbraio, anche se in questi mesi gran
parte della regione è stata in zona rossa per effetto di
ordinanze regionali. Solo a Pescara, ad esempio, le maggiori
restrizioni sono andate avanti per 40 giorni. Non mancano
territori che per ripartire dovranno attendere ancora. Undici,
infatti, i comuni in zona rossa: sette nell'Aquilano e quattro
nel Teramano.
Nel complesso la situazione abruzzese, come certificato
dall'ultimo monitoraggio settimanale dell'Istituto Superiore di
Sanità e del ministero della Salute, migliora rapidamente.
L'incidenza settimanale dei casi per centomila abitanti
attualmente è a quota 88, ben lontana dalla soglia di allarme di
250. La situazione migliore è quella del Pescarese: l'incidenza
è a 32. Si tratta della provincia che vanta, ormai da 13 giorni,
il dato più basso d'Italia. In calo anche le altre tre: Chieti
(88), L'Aquila (116), Teramo (122). Ieri i nuovi casi sono stati
179 (tasso di positività 4,1%). In costante riduzione i
ricoveri, che sono al momento 478 (432 in area medica e 44 in
terapia intensiva).
La graduale riapertura rappresenta una boccata d'ossigeno per
bar e ristoranti, uno dei settori più duramente colpiti dalla
crisi. Sarà possibile tornare a pranzo e a cena fuori, ma solo
con i tavoli all'aperto (massimo 4 persone non conviventi a
tavolo). Dovranno quindi attendere tutte quelle attività,
soprattutto nelle aree montane, che non hanno spazi all'esterno.
Il servizio al banco è permesso solo in quegli esercizi che
consentono la consumazione all'aperto.
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