"Cercare una 'sentinella',
strettamente legata al territorio, che potesse dare indicazioni
utili per la salute dell'uomo, partendo dal dato che oggi non è
possibile separare il benessere dell'uomo da quello degli
animali e dell'ambiente che condividono": nasce con questo
obiettivo il progetto portato avanti dal Parco Nazionale della
Maiella con la Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università
di Teramo e che ha individuato questa figura nel Camoscio
Appenninico. "Un animale unico e particolarmente legato alla
storia della conservazione in Abruzzo - spiega Simone Angelucci,
veterinario del Parco della Maiella - Vive in ambienti in alcuni
casi incontaminati e difficilmente raggiungibili dall'uomo, in
altri in condivisione con animali domestici al pascolo. E'
quindi un perfetto indicatore delle differenze rilevabili in
ambiente con o senza attività antropiche".
A partire da campioni di feci sono stati isolati batteri
resistenti ad antibiotici considerati critici per la salute
umana. "Sono perlopiù antibiotici non utilizzati in ambito
veterinario e considerati fra le ultime risorse utili nel curare
infezioni batteriche non più trattabili con i comuni
antibiotici". Questi risultati riguardano in particolare i
batteri Escherichia coli, resistenti ad antibiotici conosciuti
come colistina e carbapenemi. E' stato possibile correlare a
queste resistenze la presenza di alcuni geni (mcr-4, oxa-48)
riportati per la prima volta in questa specie e negli ungulati
selvatici in Italia e in Europa grazie a questo studio.
Risultati che riguardano in particolare i camosci che
condividono ambienti con attività antropiche. Quelli che vivono
in aree più isolate non presentano gli stessi profili di
resistenza. "Tali risultati accendono i riflettori sulla
responsabilità dell'uomo nell'uso corretto degli antibiotici"
sottolinea Angelucci, ricordando che alcune recenti stime
dell'Oms hanno registrato in Europa 4 milioni di infezioni da
batteri antibiotico-resistenti con 37mila decessi e una spesa,
tra costi sanitari e non, di circa 1,5 miliardi di euro l'anno.
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