Le marinerie italiane in subbuglio
per il caro gasolio. Oggi incontro all'Aurum di Pescara per fare
il punto della situazione e decidere un'azione comune. Animi
surriscaldati e confronto serrato tra i vari esponenti,
arrivati, oltre che dall'Abruzzo, da Marche, Molise, Puglia e
regioni tirreniche. "Il problema principe è il caro gasolio.
Siamo qui riuniti - spiega Lucio Di Giovanni, armatore della
marineria pescarese - per trovare una linea comune perché ormai
lavoriamo solo per pagare le spese, quando ci riuscìamo. E
questo con la speranza che non ci siano avarie, danni alle
barche e altri problemi, considerando per esempio i noti
problemi del porto di Pescara. Per le marinerie italiane è
questa una lenta agonia. Stiamo annaspando. Non c'è possibilità
di salvarsi e oggi con quasi tutte le marinerie d'Italia stiamo
affrontando questo problema del caro gasolio che ci ha messo
letteralmente in ginocchio. Se non verrà preso qualche
provvedimento e non ci sarà qualcuno che deciderà il da farsi e
aiutarci in qualche modo, saremo costretti a fermarci tutti".
"Continuando di questo passo abbiamo i giorni contati. A
queste condizioni siamo segnati - continua Di Giovanni - Lo
sciopero? Potrebbe essere necessario per farci sentire, perché
siamo stati abbandonati da tutti. Questa mattina ogni marineria
sta esponendo la propria posizione, ma è chiaro che se non si
farà qualcosa ci fermeremo".
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