Gravemente danneggiato dal
terremoto del 2009 e oggetto di un accurato restauro che ha
consentito anche di riqualificare l'area circostante, è stato
inaugurato questa mattina il Torrione dell'Aquila, lavori
finanziati e realizzati dalla Fondazione Carispaq sulla base del
progetto donato dall'Ance L'Aquila che ha curato anche direzione
lavori e coordinamento della sicurezza. L'intervento, per
complessivi 200mila euro, è stato realizzato d'intesa e in
stretta collaborazione con il Comune dell'Aquila e la
Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio.
E' stato dunque restituito uno dei simboli della città, un
reperto archeologico ben presente nell'immaginario collettivo
tanto da dare il nome a un intero quartiere nell'immediata
periferia. Il progetto è stato redatto dall'architetto Fabio
Andreassi dello Studio Proteo Associati, che è stato anche
direttore dei lavori; coordinamento della sicurezza dell'Arch.
Federica Rovo, consulenza archeologica del Prof. Fabio Redi, già
docente di Archeologia medievale all'Università dell'Aquila.
Lavori eseguiti dall'Impresa Dipe Costruzioni.
L'intervento ha previsto: ripulitura delle superfici del
Torrione, la rimozione delle stuccature particolarmente
degradate e il conseguente reintegro delle parti lapidee
mancanti. Si è proceduto alla riqualificazione dell'intera
l'area circostante, ripristinando il piano di calpestio con
protezione e illuminazione adeguate all'importanza del
monumento.
Grazie a questo intervento oggi sappiamo che il reperto è la
testimonianza più importante del medievale acquedotto
dell'Aquila, realizzato tra 1304 e 1308. Dopo un tratto iniziale
di circa 3.200 metri, lungo il "Formale coverto praticabile", un
canale coperto dove l'acqua scorreva a superficie libera, furono
costruite due "Piramidi o Torrioni" per smaltire l'aria presente
nella conduttura attraverso un aeroforo realizzato con tubi
fittili sommitali. La torre più grande è l'attuale Torrione che
ha rischiato di essere demolita in occasione dell'espansione
della città avviata dopo la seconda guerra mondiale; non c'è più
traccia della torre più piccola.
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