Una protesta in musica per poter
continuare a studiare senza dover sopportare grossi disagi. È
quella inscenata questa mattina a Pescara dagli studenti del
Liceo Musicale che, con i loro strumenti, insieme ai genitori
hanno organizzato un sit-in davanti al Palazzo della Provincia
di Pescara per sensibilizzare l'opinione pubblica sui gravi
disagi a seguito della decisione del dirigente scolastico del
Liceo MiBe Raffaella Cocco e del presidente della Provincia
Ottavio De Martinis di spostare le lezioni pomeridiane di
strumento, Musica d'Insieme e Coro, da viale Kennedy a via
Einaudi, cioè dalla parte opposta della città, al termine delle
lezioni del mattino, svolte in via Passolanciano. Un
trasferimento con una serie di conseguenze che, secondo
studenti, molti dei quali pendolari, e genitori violano il
diritto allo studio e la sicurezza.
"Abbiamo scritto al ministro dell'Istruzione per chiedere un
suo intervento diretto sulla questione del Liceo Musicale di
Pescara - ha detto la rappresentante dei genitori degli studenti
Dalia Palmieri - Gli studenti non hanno avuto un'unica sede e
devono dividersi su più sedi fra mattina e pomeriggio. Crediamo
che così facendo ci sia una decurtazione delle ore di lezione
per alcune materie e questo non è tollerabile, si lede il
diritto allo studio considerando che i ragazzi sono già
costretti a vari spostamenti. I ragazzi interessati sono 150,
ovvero un'unica sezione con 5 classi quando prima vi erano tre
sezioni, ma per il futuro siamo preoccupati perché alcuni
studenti hanno già lasciato la scuola a causa di questa
situazione e si sono trasferiti in altri istituti".
La rappresentante e portavoce degli studenti Chiara Di
Berardino: "Siamo stufi di questa situazione e chiediamo una
sede unica per il Liceo Musicale che è a Pescara esiste da
dodici anni. Molti studenti vengono da fuori e sono costretti a
grandi sacrifici perché nel pomeriggio non hanno treni o bus per
tornare a casa. Abbiamo cercato di avere un'interlocuzione con
la Provincia, ma non ci sentiamo ascoltati, pur essendo studenti
come gli altri, e ci sentiamo dire che più protestiamo più
rimarrà questa la situazione".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA