Entra nel vivo all'Aquila il
Festival delle Culture, nuovo format realizzato da "L'Aquila
Film Festival", in collaborazione con il Dipartimento di Scienze
umane e il Centro linguistico dell'Università dell'Aquila e il
Centro culturale "Le Officine" di Fontecchio (L'Aquila). Nato
per offrire un punto di vista su altri Paesi e culture
attraverso lo sguardo dei cittadini stranieri, la rassegna
mescola musica, cinema e gastronomia ad approfondimenti su
argomenti quali migrazioni, seconde generazioni di immigrati,
diritti civili.
Si parte questo pomeriggio con un "apericoncerto": sul palco
dell'Auditorium del Parco l'Orchestra Policulturale di Piazza
Palazzo, nata proprio in occasione del Festival e costituita da
9 elementi di diverse nazionalità: Asaref Howladir (Bangladesh,
vocalist e ballerino), Bruno Morello (Argentina, chitarra e
voce), Alain Jackson Bizimana (Burundi, basso e piano), Armando
Rotilio (Italia, percussioni), Karaba Coulibali (Burkina Faso,
kora e percussioni), Emanuele Castellano (Italia, pianoforte),
Sebastian Alvarez (Perù, percussioni), Tayyab Aziz (Pakistan,
voce), Fabrizio De Melis (Italia, violino, chitarra e armonica).
In serata proiezione del documentario sulla musica urbana
contemporanea senegalese Feneen di Giulia Rosco, che interverrà
con i produttori Jennifer Caodaglio e Frank Sativa.
Domani, 3 novembre, al Palazzetto dei Nobili, proiezione del
documentario dell'aquilano Francesco Paolucci "I senza nome" e
inaugurazione della mostra del fotografo Andrea Mancini. A
seguire l'artista e regista peruviano Sebastian Alvarez
racconterà le realtà di Brasilia e dell'immensa voragine delle
miniere di Cerro de Pasco in Perù.
La sera di venerdì 4 sarà dedicata alle Dame della Perdonanza
Celestiniana 2022, l'afgana Kawsar Abulfazil e la venezuelana
Adriana Carolina Pinate, mentre sabato 5 novembre sarà ospite
Phaim Bhuiyan, regista e protagonista del fortunato film Bangla,
commedia sulla condizione degli immigrati di seconda
generazione. Chiusura dedicata all'attualissimo tema dei diritti
delle donne in Iran, con il documentario "Be my voice" di Nahid
Persson e gli interventi del dottor Homayoun Effati e
dell'avvocato Daniela De Nuntis.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA