Una narrazione di 50 minuti
ispirata dalla lettura del libro "Brigate Rosse. L'invisibile"
di Simona Folegnani e Berardo Lupacchini, corredata da rari
documenti d'epoca, tra i quali tre disegni fatti da un
misterioso membro delle B.R. per ricostruire graficamente la
sparatoria avvenuta il 5 giugno 1975 in una cascina ad Arzello
di Melazzo (Alessandria) tra due membri delle Brigate Rosse e
quattro carabinieri, uno dei quali originario di Penne
(Pescara). E' lo storytelling del giornalista pescarese
Fabrizio Santamaita, intitolato "L'abruzzese che affrontò le
B.R. - Storia di un eroe dimenticato", in programma questa sera
a Pescara, alle 21.30 all'auditorium Petruzzi, nell'ambito del
FLA-Festival di letterature ed altre cose.
"Erano gli anni di piombo, tempi in cui lo Stato faticava ad
arginare la furia del terrorismo di matrice politica. Le Brigate
Rosse erano il gruppo meglio organizzato della galassia
estremista, e per autofinanziarsi avevano progettato il
rapimento di un noto industriale piemontese: Vittorio Vallarino
Gancia, titolare dell'omonimo marchio di spumanti. Tutto
sembrava procedere secondo i piani dei sequestratori, ma una
pattuglia dei carabinieri è arrivata casualmente nel covo in cui
Gancia era tenuto prigioniero. Il resto è storia, tragedia ed
eroismo. La vicenda ha diverse sottotrame e presenta ancora oggi
dei lati oscuri, sui quali la magistratura è tornata a indagare
proprio in questi giorni interrogando alcuni ex brigatisti".
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