(ANSA) - PESCASSEROLI, 22 MAR - In Abruzzo 380 mila ettari di
foreste con 34 foreste vetuste tra cui le 5 faggete del Parco
Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, Patrimonio dell'Umanità
Unesco dal 2017: nella giornata internazionale delle foreste si
torna a parlare di biodiversità forestale, per custodirla
occorre conoscere e conservare i dei boschi vetusti. Nella
"Strategia dell'Unione Europea sulla biodiversità per il 2030"
si riconosce il valore intrinseco delle foreste primarie e delle
foreste vetuste fissando come primo obiettivo definire, mappare,
monitorare e proteggere tutte le foreste primarie e vetuste
esistenti in Europa. Nelle 34 foreste vetuste ci sono 190 specie
di alberi, arbusti e liane (di cui 51 a rischio di estinzione),
363 alberi monumentali, 65 tipi di foresta, 15 habitat forestali
di interesse comunitario e protetti dalla Direttiva Habitat. Tra
le foreste vetuste, ne spiccano cinque nel perimetro del Parco
Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise (Pnalm) che nel 2017 sono
state inserite nel patrimonio Unesco "Foreste primordiali dei
faggi dei Carpazi e di altre regioni d'Europa": circa 1000
ettari con alberi maestosi, rare fioriture, funghi e muschi che
colonizzano i tronchi caduti. Foreste di faggio dove l'uomo non
interviene con tagli di alberi e recupero di legna a terra,
dando così vita a un ecosistema simile a quello delle foreste
primigenie: la faggeta di Val Cervara, 119 ettari nel territorio
di Villavallelonga; la Selva Moricento, 193 ettari tra crinali
montuosi e doline carsiche nel territorio di Lecce nei Marsi; la
Foresta Coppo del Morto, 105 ettari tra Pescasseroli e Scanno;
la foresta di Coppo del Principe, 194 ettari nella Difesa di
Pescasseroli; le due foreste di Cacciagrande e di Valle Jancino
che insieme raggiungono i 325 ettari.
"Le foreste vetuste del Parco sono tra le faggete più antiche
d'Europa - dichiara il delegato regionale Wwf Abruzzo, Filomena
Ricci - Molti alberi hanno un'età eccezionale, il più antico ha
560 anni. Per l'Abruzzo si tratta del primo sito a essere
riconosciuto dall'Unesco e per l'Italia il primo a essere
considerato per il suo valore ecologico.
Si tratta di habitat fondamentali per la tutela di specie a
rischio estinzione come l'Orso bruno marsicano, ma anche lupi o
picchi, insetti come il coleottero Rosalia alpina e rari anfibi
come l'endemica Salamandrina dagli occhiali, per non parlare di
funghi o fiori". Le foreste rappresentano un alleato importante
nella lotta ai cambiamenti climatici grazie alla capacità di
assorbire anidride carbonica.
"Prendersi cura delle foreste, vuol dire prendersi cura anche
di noi - ricorda Sefora Inzaghi, direttrice dell'Oasi Wwf delle
Gole del Sagittario che ospita diverse tipologie di bosco, da
quello misto di fondovalle alle faggete - Un ettaro di
superficie forestale assorbe in media 22 ton di CO2 l'anno:
quindi gli oltre 380 mila ettari di territorio abruzzese
ricoperto da foreste si traducono in 8 milioni di
tonnellate/anno di CO2 assorbita. A questo si aggiunge anche il
ruolo strategico di 'custodi della biodiversità' poiché è in
questi ecosistemi che molte specie vegetali e animali trovano
nutrimento, riparo e rifugio sicuro per riprodursi". (ANSA).