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Sulla Spagna incombe l' incertezza. Il re cerca evitare la crisi

Il Paese rischia un lungo periodo di instabilità. Pesano i veti incrociati

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Redazione Ansa

"Una nave che continua ad avanzare a vele spiegate spinta da un vento economico ancora favorevole, ma senza equipaggio, che corre verso la tempesta": cosi la Spagna del dopo voto secondo l'opinionista Santiago Carbò. Per i politici di Madrid è un Natale da incubo. Entro il 13 gennaio, quando si costituirà il nuovo parlamento, a prima vista ingovernabile, dovrebbero riuscire, con il giovane re Felipe al timone, a inventare il miracolo che eviti un ritorno alle urne in primavera. L'irruzione nel Congresso di 109 deputati, su 350, della 'nuova politica' di Podemos e Ciudadanos, l'emorragia di voti e seggi dei due grandi tradizionali, Pp (primo ma con solo 123 deputati) e Psoe (90), i veti incrociati e le linee rosse emersi già ieri, hanno precipitato il paese, scrive El Pais, in uno "scenario diabolico". Al premier uscente il popolare Mariano Rajoy spetta il primo tentativo per formare il nuovo governo. Ha annunciato trattative 'discrete' con Psoe e Ciudadanos. Ma il socialista Pedro Sanchez per ora dice che voterà contro la sua investitura. Il leader di Ciudadanos Albert Rivera rifiuta di andare oltre un'eventuale astensione. Il segretario di Podemos Pablo Iglesias intanto pone come condizione per un eventuale tentativo di coalizione con il Psoe un referendum sulla indipendenza della Catalogna, che i socialisti rifiutano.

 

 

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