E' salito a 30 il numero dei morti nel rave in un magazzino a Oakland, in California. Lo rendono noto le autorità.
"Stiamo trovando altre vittime": così i soccorritori ìdopo il rogo al rave party di Oakland in California. Lo riportano i media locali. Una conferenza stampa prevista per le 20 italiane è stata posticipata di tre ore. Circa l'80% dell'edificio distrutto dalle fiamme deve essere ancora perlustrato.
Doveva essere una notte di musica e di festa a Fruitvale, sobborgo a sud di Oakland, in California. Si è trasformata invece in una tragedia: a morire nell'incendio che ha divorato un vecchio magazzino di due piani trasformato da qualche anno in studio d'arte sono state di sicuro 9 persone. Ma all'appello ne mancano tante, con la polizia che teme che il bilancio possa salire fino a 40 vittime.
Il locale era strapieno, quasi tutti giovani accorsi per un rave party il cui programma era ballare fino alle prime luci del mattino grazie ad alcune star della musica elettronica che dovevano alternarsi con le loro performance. Prima della mezzanotte però si è scatenato l'inferno, con le fiamme che hanno avvolto qualunque cosa. Alle 11.30 di sera le prime chiamate per chiedere aiuto. I vigili del fuoco sono arrivati tempestivamente ma si sono trovati davanti ad una scena terribile, con il vecchio edificio totalmente divorato dal fuoco e decine di persone terrorizzate in fuga. Ci sono volute ore per domare l'incendio. E nel primo sopralluogo, tra ceneri e macerie fumanti, sono stati trovati 9 cadaveri. Ma all'appello sono subito mancate almeno 25 persone. Un numero cresciuto ulteriormente nel corso delle ore. Ancora ignote la cause che hanno provocato il disastro.
Quel che è certo è che il vecchio magazzino - su cui pendeva anche il giudizio delle autorità locali a proposito dell'abitabilità - non aveva dei rilevatori di fumo e mancava di un vero e proprio sistema antincendio per irrorare acqua in caso di fiamme nei locali. I vigili avrebbero trovato solo due estintori. La maggior parte delle vittime è stata rinvenuta al secondo piano. Del resto la fuga era quasi impossibile, visto che a unire i due livelli dell'edificio era solo una scala di fortuna. Ad alimentare le fiamme anche i materiali all'interno degli ambienti, pieni di manichini, strutture artistiche e statue fatte con materiali infiammabili. A dare vita al club proprio un gruppo di artisti, tra i tanti che negli ultimi anni si sono spostati nella zona post-industriale a sud di Oakland fuggiti dai carissimi affitti di San Francisco.
Leggi l'articolo completo su ANSA.it