La commissione Affari costituzionali della Camera ha sospeso l'esame della legge elettorale, che riprenderà alle 11. In precedenza era previsto che domenica la seduta iniziasse alle 9,30 ma i partiti si sono presi un po' di tempo per approfondire la richiesta di Forza Italia a proposito della definizione di alcuni collegi prevista dall'emendamento del Pd Ferrari su cui è stata trovata una intesa.
Le norme sulle firme necessarie per presentare le liste elettorali "saranno oggetto di complessiva revisione". Lo ha annunciato il relatore Emanuele Fiano in commissione Affari costituzionali. Fiano ha replicato ad un intervento di Domenico Menorello (Ci) che aveva criticato l'alto numero di firme richieste per presentare le liste, e aveva chiesto l'approvazione di emendamenti che abbassavano questo numero.
Il Pd ha presentato un emendamento alla legge elettorale a prima firma di Alan Ferrari, per diminuire il numero dei collegi uninominali da 303 previsti dal testo Fiano a 233 (225 più gli 8 di Trentino e Val D'Aosta). In questo modo si risolverebbe il problema dei cosiddetti collegi sopranumerari, cioè i casi in cui i candidati dei partiti più grandi pur risultando primi nei rispettivi collegi, non verrebbero eletti. Su questo è ora in corso la trattativa con gli altri partiti. I lavori della Commissione slittano dalle 14,30 alle 15,30.
Il testo su cui era stato trovato l'accordo prevede 303 collegi uninominali ma essi non sono maggioritari, bensì hanno un riparto proporzionale: un po' come la vecchia legge del Senato in vigore tra il 1948 e il 1992. Nelle Regioni "monocolore", dove i candidati di un grande partito vincono in molti collegi, qualcuno di essi potrebbe non risultare eletto: infatti tra i vincitori si fa una graduatoria in base alle percentuale di voto ottenuta. E' il caso, per esempio, delle Regioni Rosse per il Pd o di alcune Regioni del Sud (Sicilia) per M5s. L'emendamento Ferrari diminuisce il numero dei collegi a 232, quelli del Senato del Mattarellum. In tal modo i collegi sarebbero già definiti, e diminuirebbe la possibilità di collegi sopranumerari. Naturalmente questo porterebbe un simmetrico aumento degli eletti con i listini proporzionali che salirebbero da 303 a 374. I partiti che hanno sottoscritto l'accordo (Pd, M5s, Fi, Lega e Si) stanno ora trattando una intesa su questo punto.
E Silvio Berlusconi, in un passaggio del messaggio inviato al coordinamento cittadino di Forza Italia Giovani di Crotone, scrive: Tenetevi pronti. Se l'accordo sulla legge elettorale andrà avanti nei termini in cui l'abbiamo impostato, fra pochi mesi saremo in condizione di tornare alle urne, di mettere finalmente gli italiani in condizione di scegliere da chi vogliono essere governati, dopo quattro esecutivi che si sono succeduti senza essere stati scelti dagli elettori. Ovviamente - spiega ancora il Presidente di Forza Italia -, si tratta di una battaglia decisiva per il futuro del nostro paese, per la nostra democrazia e anche per Forza Italia. Una battaglia che il centrodestra deve vincere per governare e portare il paese fuori dalla crisi".
Dal segretario nazionale della Lega Nord, Matteo Salvini, l'appello: "Basta, faccio un appello a Renzi, a Grillo, a Berlusconi: scegliete, fate in fretta, portate in Parlamento quello che volete, noi non porremo ostacoli. Ma fate votare gli italiani!". "Le emergenze italiane - dice - sono immigrazione e disoccupazione e questi stanno a parlare di listini bloccati, scorporo e circoscrizioni. Basta! O fanno in fretta oppure ribaltiamo il tavolo".
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