Rimonta storica della Roma, che all'Olimpico batte 3-0 il Barcellona nella gara di ritorno dei quarti e vola in semifinale. Decidono le reti di Dzeko, De Rossi su rigore e Manolas. All'andata al Camp Nou i giallorossi avevano perso 4-1.
"Un trionfo, per la dimensione della Roma, per la nostra storia, è qualcosa di incredibile. Ma ora non dobbiamo pensare di aver fatto un miracolo, dobbiamo continuare a giocarci questa competizione per cercare di arrivare fino in fondo", ha detto Daniele De Rossi a fine partita. "È una della gioie più belle da quando sono qui" ha aggiunto il capitano giallorosso a Premium.
Miracolo, impresa, prodigio, chiamatelo come vi pare ma la Roma scrive una delle pagine più belle della sua storia. La serata perfetta dell'Olimpico si trasforma d'incanto in una notte magica: spazza via il Barcellona, annichilito ben oltre il punteggio finale (un 3-0 senza sbavature) e sovrastato nel gioco, nelle idee, nei muscoli. In un colpo solo, la Roma di Di Francesco (chapeau al tecnico, il grande vincitore alla fine dei 180'), spazza via le nuvole delle ultime settimane e cancella decenni di frustrazioni europee. In un Olimpico finalmente vestito a festa e sold out (56mila spettatori), finisce come nessuno avrebbe sognato alla vigilia, soprattutto dopo l'harakiri del Camp Nou sei giorni fa. Ma è stata una vittoria netta contro un Barcellona, imbattuto da 38 partite, ma stasera irriconoscibile, vulnerabile, senza idee e con la sua stella più lucente stasera spenta e annullata dalla super difesa giallorossa. Che sarebbe potuta essere la notte più bella lo si è capito dopo pochi minuti, il tempo (6') per Dzeko di arpionare in area la palla al bacio di De Rossi e infilare Ter Stegen. Merito anche del nuovo assetto tattico scelto da Di Francesco che nella partita più importante della stagione vira sul 3-4-1-2, con Schick, al debutto europeo, vicino al bosniaco, Nainggolan 'tuttocampista', Florenzi e Kolarov sugli esterni, pronti a ripiegare in fase di non possesso. Un modulo camaleontico che ha pagato al cospetto di un Barca invariato rispetto al Camp Nou, con Busquest recuperato e il collaudato 4-4-2. Messi, come una settimana fa, latita sul prato dell'Olimpico bagnato prima del fischio d'inizio per rallentare il gioco blaugrana: braccato dalla coppia Jesus-De Rossi, non ha mai creato pericoli ala difesa giallorossa, limitandosi a due punizioni sconclusionate
Il gol del 3-0 di Manolas (da YouTube)
Senza le accelerate della 'Pulce' le occasioni catalane sono sporadiche e nemmeno il gol subito cambia lo spartito nella ripresa che si apre con la solita carica giallorossa e che concretizza meritatamente al 13' con un rigore sacrosanto fischiato da Turpin dopo la 'cinturata' di Piquè su Dzeko: impeccabile (come la sua prestazione stasera). Il Barca è alle corde, con i giallorossi che dopo il doppio vantaggio si riversano costantemente nella metà campo catalana, ma senza la nevrosi della 'remuntada'. Così al 66' Nainggolan avrebbe la palla buona ma la smorza sul più bello e TerStegen la fa sua.
Passano due minuti e un superbo De Rossi sfiora il palo a portiere battuto. I catalani si scoprono improvvisamente timorosi e accorti: tiki taka addio e lanci lunghi che Fazio e Manolas controllano abilmente. Cose dell'altro mondo rispetto al gioco di Guardiole e Luis Enrique e così al minuto 82 il miracolo è compiuto. Un minuto che spazza via d'incanto le terribili notti del 30 maggio '84, delle imbarcate contro United, Bayern e Barcellona che hanno contrassegnato il cammino europeo dei giallorossi negli ultimi anni. Ci pensa Manolas a insaccare di testa il gol che manda la Roma in Paradiso e Messi e compagni all'inferno. Il resto è festa, dentro e fuori lo stadio, con i sessantamila a cantare a squarciagola e i catalani che probabilmente non conoscevano un brano di Lucio Dalla: "E' la notte dei miracoli, fai attenzione, qualcuno nei vicoli di Roma ha scritto una canzone...".
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