(di Chiara Munafò) (ANSA) - ROMA, 26 FEB - La via italiana al green new deal inizia dall'ultima legge di bilancio ma è lunga e accidentata.
Seicento esperti dell'Asvis (l'Alleanza per lo sviluppo sostenibile) hanno analizzato la manovra comma per comma e hanno dato un giudizio complessivo positivo alle norme, ma con insufficienze "significative" su formazione, occupazione giovanile e tutela della biodiversità. Parlano di "sfida contro il tempo" per centrare i 21 target che l'agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell'Onu fissa già per la fine di quest'anno.
"Rispetto allo scorso anno, la Legge di Bilancio 2020 mostra un evidente cambio di impostazione a favore dello sviluppo sostenibile, coerentemente con le politiche europee", dice il portavoce dell'Asvis ed ex ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, mentre il presidente Pierluigi Stefanini chiede ora al governo di accelerare: "l'efficacia dei provvedimenti - spiega - dipenderà dalla rapidità e dai contenuti dei decreti attuativi".
Risponde il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, che si impegna a lavorare perché "l'Italia può essere il punto di riferimento del green new deal europeo, ha capacità e risorse".
Mentre il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, sottolinea l'importanza di una transizione "giusta" fissando come obiettivo "fare in modo che nessuno dei 27 Paesi resti indietro e nessuna azienda resti indietro e nessun lavoratore resti a casa".
Finora, per l'Asvis, è che sono stati persi cinque anni, da quando è stata lanciata l'Agenda 2030. Entro la fine del 2020 l'Italia si è impegnata a raggiungere obiettivi come il dimezzamento delle vittime della strada e un significativo calo dei giovani senza lavoro né formazione (i Neet), ma siamo ancora lontani. Gli ultimi dati, relativi al 2017, indicano 5,4 morti in incidenti stradali ogni 100 mila abitanti: per raggiungere l'obiettivo di 2,8 dovrebbero scendere del 20% l'anno tra il 2018 e il 2020 dopo essere calati di meno del 3% negli anni precedenti.
E anche per i giovani disoccupati, l'Asvis definisce "irrealistico sperare di conseguire una sostanziale riduzione del fenomeno". La quota dei Neet è calata dal 26% del 2013 al 23,4% del 2018, ma restiamo all'ultimo posto in Unione europea, distanti da Grecia (19,5%), Bulgaria e Spagna. E nella manovra, secondo lo studio, sono assenti interventi su questo problema.
L'analisi delle misure rispetto ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile promuove il testo per la lotta alla povertà (nonostante "diverse perplessità" legate al reddito di cittadinanza). Arriva un voto positivo anche sulla salute, grazie all'abolizione del superticket, e sulle infrastrutture. Il testo è bocciato, invece, per la sua capacità di colmare il gap di crescita e occupazione con gli altri paesi. La clausola di salvaguardia sull'Iva per il 2021, inoltre, è ritenuta un "rischio" per provvedimenti pluriennali come il green new deal.
Nella lotta ai cambiamenti climatici, poi, pesano le assenze del vincolo al consumo del suolo, del taglio degli oltre 19 miliardi di sussidi ambientalmente dannosi e di un "impegno deciso" per lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Inoltre mancano gli strumenti per una giusta transizione, in linea con un piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), per l'Asvis, "debole e incoerente con i nuovi obiettivi posti a livello europeo".
Il rapporto aggiorna anche il posizionamento dell'Italia rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile e registra, nel 2018, progressi in 11 campi su 17, a partire dalla lotta alla povertà. L'Italia arretra però in sei ambiti, tra i quali educazione, condizione economica e occupazionale e parità di genere. (ANSA).