Fondato nel 397 dai monaci Samuel e Simon, Mor Gabriel, nell' altopiano del Tur Abdin (La Montagna dei Servi di Dio) nell' Anatolia orientale vicino al confine siriano , e' da secoli il cuore spirituale della Comunita' Ortodossa Siriaca. Vi rimangono oggi con il Metropolita Mor Timotheus Samuel Aktash 3 monaci, 11 suore e 35 ragazzi cui vengono trasmessi i tesori intangibili del monastero, l'antica lingua aramaica, quella che parlava Gesu', e la tradizione ortodossa siriaca.
Nonostante si trovi in una regione difficile, teatro di scontri fra il gruppo armato separatista curdo Pkk e l'esercito turco, Mor Gabriel accoglie ogni anno 20mila pellegrini. Per i fedeli siriaci-ortodossi (o aramaici, 2,5 milioni ora sparsi per il mondo) posti sotto l' autorita' del Patriarca di Antiochia e' la ''Seconda Gerusalemme''. La sua fama 1500 anni fa era tale che gli imperatori romani Arcadio, Teodosio e Onorio, vollero arricchirlo con nuovi edifici, reliquie, opere d'arte, mosaici. Gli ultimi 150 anni sono stati quelli del declino: i massacri perpetrati da nazionalisti e 'giovani turchi' alla fine del Ottocento (3mila cristiani bruciati vivi nella cattedrale di Edessa nel 1895), i sanguinosi scontri fra turchi e curdi, con in mezzo i siriaci, durante la prima guerra mondiale, tensioni e violenze. L'esodo dei siriaci e' stato continuo. A meta' anni '60 erano 130mila sul Tur Abdin, ora sono 3.500. E la 'Seconda Gerusalemme' e' ora in pericolo. I capi dei tre villaggi musulmani vicini, curdi della tribu' Celebi, hanno sporto denuncia anni fa contro il monastero con l'appoggio del deputato del partito islamico Akp del premier Recip Tayyip Erdogan.
I religiosi siriaci sono stati accusati di ''attivita' anti-turche'', perche' educano anche giovani non cristiani, e di occupare abusivamente terre che apparterrebbero ai villaggi vicini. Dopo diverse decisioni giudiziarie contrastanti la Corte Suprema d'Appello, riferisce Zaman, vicino al governo di Ankara, ora ha dato ragione ai capitribu' e deciso che le terre su cui sorge da 1600 anni il monastero in realta' non sono di sua proprieta'. Secondo i querelanti fra l'altro il santuario sarebbe stato costruito dove prima c'era una moschea, dimenticando che Maometto e' nato 170 anni dopo la sua fondazione. La sentenza e' stata definita ''scandalosa'' dalla stessa stampa turca, sottolinea Zaman: i giudici, scrive, ''hanno 'perso' titoli di proprieta' e documenti fiscali che dimostravano come le terre siano incontestabilmente di proprieta' del monastero''.
Per sopravvivere ora a Mor Gabriel potrebbe rimanere solo la strada della Corte europea dei diritti umani, percorsa gia' con successo anni fa dal Patriarcato Greco di Costantinopoli per ottenere la restituzione dell'edfificio orfanotrofio ortodosso di Buyukada a Istanbul.(ANSAmed).