(ANSAmed) - ROMA, 20 GIU - Se le istanze e i diritti della
comunita' turco-cipriota venissero ignorate, l'Unione europea
naufraregherebbe a Cipro. Se il semestre europeo a guida
cipriota rappresentasse il pretesto per affossare
definitivamente le trattative tra Bruxelles e Ankara, in vista
dell'ingresso della Turchia all'Europa, sarebbe un vero disastro
per la diplomazia dei 27. E' questo, in sintesi, il messaggio
lanciato oggi pomeriggio a Roma, nel corso dell'incontro dal
titolo ''Puo' l'Europa naufragare a Cipro?'', organizzato in
Senato da alcuni parlamentari italiani in collaborazione con la
rivista Diritto e Liberta'.
A dieci giorni dall'inizio del semestre europeo a guida
cipriota, la questione della divisione dell'isola e' ancora
tutta li', pronta a esplodere. ''Di qui a poco, il dossier
approdera' su tutti i tavoli delle cancellerie europee. Bisogna
quindi prendere di petto questa situazione'', ha sottolineato il
senatore radicale eletto nelle liste PD Marco Perduca. Nello
stallo dei negoziati tra autorita' greco-cipriote e
nord-cipriote e' finita anche la popolazione locale che vive nel
Nord dell'Isola, hanno notato alcuni degli intervenuti. Circa
260 mila persone, ha ricordato il parlamentare, prive di
qualsiasi tutele e diritti dal 2004 (data in cui Cipro e'
entrata nella Ue). ''E' a loro che l'Italia deve pensare,
mediante un'azione di sostegno''.
''La presidenza cipriota dell'Unione europea rischia di
affossare per sempre due trattative: quelle per la creazione di
uno Stato federale sull'Isola di Cipro, e la ripresa dei
negoziati tra Bruxelles e Ankara'', ha ricordato il sen. Pietro
Paolo Amato (PdL), presidente dell'Associazione parlamentare di
Amicizia Italia-Turchia. ''La Repubblica di Cipro - sostiene
Amato - ha interesse a fare durare in eterno la trattativa tra
Nord e Sud dell'Isola, per mantenere lo status quo. ''L'Italia,
come tutti gli amici che desiderano una Turchia in Europa,
dovrebbero impegnarsi ancora di piu' per sostenere la comunita'
turco-cipriota che dal 2004 (data in cui Cipro e' entrata nella
Unione europea) non vede riconosciuti i suoi diritti''.
Quel che e' certo, sostiene Ferit Novber Vechi,
rappresentante della comunità nord-cipriota in Italia, ''e' che
la nostra comunita' non puo' fare di piu'. Abbiamo dimostrato in
ogni modo di volere trovare una soluzione''. Cosi', pero', non
e' stato da parte cipriota, ''che continua a dimostrare di non
volere la pace''.
Se il progetto federalista dovesse definitivamente affondare,
ha ricordato infine l'ex ambasciatore italiano ad Ankara, Carlo
Marsili, ''la strada non potra' che essere quella di due Stati
indipendendenti e sovrani''. (ANSAmed).