(di Franko Dota) (ANSAmed) - LUBIANA - Borut Pahor, ex primo ministro e leader socialdemocratico da una vita, e' stato eletto oggi al ballottaggio nuovo presidente della Slovenia con il 67,3% dei voti, sullo base di risultati ormai definitivi. Pahor ha sconfitto nettamente il capo di Stato uscente Danilo Turk, liberal-progressista (32,7%), in un paese afflitto dalla crisi dopo anni di crescita e alle prese con un malcontento sociale sfociato di recente anche in scontri di piazza.
''Spero che la mia vittoria possa essere anche un nuovo inizio per la Slovenia e dare a tutti una nuova speranza'', ha detto stasera Pahor, mettendo al primo posto il suo impegno per creare i presupposti di ritrovare in politica ''il mutuo rispetto tramite un dialogo democratico''.
Gia' in campagna elettorale Pahor aveva promesso di lavorare come un ''presidente capace di aggregare'', alludendo alla rottura di questi ultimi mesi tra il presidente Turk e il governo conservatore guidato da Janez Jansa. Seppur saldamente di sinistra, Pahor si e' infatti aperto all'elettorato del centro liberale e della destra, dando un appoggio indiretto al governo. ''In questo momento bisogna continuare con i tagli alla spesa pubblica per salvare il rating creditizio del Paese'', ha ripetuto piu' volte, sostenendo che solo cosi' sara' possibile ottenere nuovi prestiti a interessi ragionevoli, necessari per far ripartire l'economia slovena.
Le prime analisi statistiche indicano che per Pahor hanno votato gli elettori di tutti i partiti politici sloveni, con l'eccezione di quelli della sinistra movimentista, guidata dal sindaco di Lubiana, Zoran Jankovic, che ha appoggiato apertamente Turk. La contrarieta' di Jankovic alle politiche di austerita' e' arrivata negli ultimi tempi, per alcuni analisti, ai limiti di un ostruzionismo che minaccia di bloccare l'azione del governo. E Turk si era schierato esplicitamente con l'opposizione, proponendo l'idea di un governo tecnico. ''Mi congratulo con Pahor e ringrazio tutti quelli che oggi hanno votato'', si e' limitato a dire stasera il presidente uscente, esprimendo preoccupazione per la bassissima affluenza.
Con il 42-43 per cento di votanti dell'1,7 milioni di aventi diritto, queste sono state infatti le elezioni slovene con la piu' bassa partecipazione in assoluto. Per la stampa da attribuire in primo luogo a un profondo sentimento di sfiducia di molti sloveni verso la loro classe politica: testimoniato nei giorni scorsi anche dalle prime manifestazioni di massa contro ''la casta politica'', che hanno fatto registrare anche scontri violenti tra gruppi di 'indignati' ultra' e polizia. Solo pochi anni fa la Slovenia veniva indicata come lo Stato economicamente piu' progredito tra quelli dell'ex Europa socialista diventati membri dell'Ue. Oggi, con una grave crisi d'insolvenza del sistema bancario, il debito pubblico che ha toccato il 50 per cento del Pil e la disoccupazione sopra il 10 per cento, Lubiana e' sempre piu' spesso citata tra i Paesi che potrebbero chiedere aiuto al fondo salva-stati europeo. Stasera Pahor ha affermato ''che i problemi della Slovenia sono simili a quelli dell'intera Unione europea. E possono essere risolti solo con una nuova iniezione di fiducia nelle istituzioni e un dialogo tra tutte le parti politiche''.