Non appena nominato a fine giugno Morsi aveva promesso che il suo premier sarebbe stato indipendente, non affiliato ai Fratelli musulmani, e che il governo sarebbe stato di tecnici.
Ma col passare dei giorni cresceva la sensazione che fosse in atto un ulteriore braccio di ferro dietro le quinte col Consiglio militare, dopo quello sullo scioglimento del Parlamento, per definire premier e ministri chiave come quello dell'Interno, della Difesa e degli Esteri. Una partita, soprattutto quella sulla Difesa, che resta aperta.
Ayman el Sayad, caporedattore della rivista Weghat Nazar (Punti di vista) del centro studi Al Ahram, ritiene che Morsi abbia voluto dare un segno chiaro di autonomia, anche nei confronti di coloro che caldeggiavano la nomina dell'ex governatore della banca centrale Mahmoud Abul Oyoun per rassicurare gli investitori stranieri. ''Conosco Kandil personalmente - dice el Sayad all'ANSA - Non ha alcuna appartenenza politica o partitica e questo puo' esser visto come un difetto ma in questo momento di grande polarizzazione nel paese e' una qualita', ed e' per questo che lo ritengo la scelta migliore in questo momento. E' un tecnocrate, giovane, conosce bene la burocrazia e l'apparato della stato egiziano. Mi sembra una scelta rivoluzionaria che porta con se' anche dei rischi. E' una personalita' poco conosciuta, ma questo e' anche un vantaggio perche' non avra' niente da perdere, soprattutto nei confronti dell'ancien regime.
E' una esperienza nuova e i rischi sono dovunque. Si puo' vincere o fallire, ma in ogni caso si impara''. (ANSAmed).