La Corte costituzionale di Ankara ha confermato oggi, respingendo un ricorso dell'opposizione, che il mandato dell' attuale presidente Abdullah Gul durera' effettivamente 7 anni e non 5, e andra' fino al 2014. Il tempo per il 'neo-sultano' turco di cambiare la Costituzione e di assegnarsi poteri presidenziali all'americana, o alla russa, per quando diventera' il prossimo capo dello Stato. La riscrittura in corso della Costituzione ereditata dalla dittatura militare del 1980 dovrebbe essere completata per inizio 2013. Una sentenza sfavorevole della Corte costituzionale avrebbe costretto il paese a eleggere un nuovo presidente gia' questa estate, troppo presto per Erdogan. Un commentatore turco lo ha paragonato a Vladimir Putin, per l'abilita' di tenere sempre in mano il potere. Come il presidente russo Erdogan controlla con pugno di ferro il partito islamico conservatore Akp (maggioranza assoluta in Parlamento e 50% dei voti alle politiche dell'anno scorso), e svetta incontestato fra i leader politici del paese. E come Putin potrebbe decidere uno scambio di poltrone nel 2014 con l'attuale presidente, che diventerebbe il suo premier (in alternativa si parla anche del ministro degli Esteri Ahmet Davutoglu). Per Erdogan e' un momento di grazia senza fine. Al potere dal 2002, ha portato a un boom economico senza precedenti il paese, ora 16ma economia mondiale con un ritmo di crescita 'cinese' dell'8,5%. Sul fronte interno i partiti conservatori tradizionali si sono disintegrati, cedendogli il loro elettorato. Il campo progressista non e' mai stato così debole, al 25%, i vertici militari incaricati dal fondatore della Turchia moderna e laica Mustafa Kemal Ataturk di impedire una reislamizzazione del paese sembrano sconfitti. Decine di generali - ma anche di giornalisti - sono finiti in carcere nel quadro delle inchieste dei procuratori 'speciali' su presunti tentativi di golpe negli ultimi 15 anni. Ma la popolarita' di Erdogan, nonostante le critiche che piovono dall'estero, e' alle stelle. L'opposizione lo accusa di avere un ''piano segreto'', di lavorare a una ''islamizzazione rampante'' del paese. Lui dice di volere preparare ''generazioni timorate di Dio'', ha autorizzato il velo islamico nelle scuole e costruisce moschee.
Ma anche liberalizza e modernizza a passo di carica l'economia del paese, attira una pioggia di investimenti dall'estero, prevede di gettare centinaia di miliardi nello sviluppo della Turchia entro il 2023, per i 100 anni della Repubblica, e della caduta dei sultani. Il paese e' ogni giorno piu' ricco e piu' vicino agli anni d'oro dell'impero ottomano, e nel 2023 dovrebbe essere l'ottava economia mondiale. I sondaggi danno al 'sultano' il 53% dei consensi. ''Oggi, avverte il sondaggista Ibrahim Uslu, il paese e' pronto ad appoggiarlo su tutto quello che vuole''.(ANSAmed).