Tutte le aziende lucane, pubbliche
e private, con più di 50 dipendenti, entro il 30 settembre sono
obbligate a redigere il rapporto sul personale maschile e
femminile per poter ottenere il certificato di genere, una
attestazione che permetterà di accedere ad alcuni bandi pubblici
del Pnrr e della Regione Basilicata e ad alcune premialità; il
mancato adempimento comporterà l'esclusione dagli avvisi
pubblici e la segnalazione all'ispettorato del lavoro che potrà
anche comminare delle sanzioni. L'annuncio, è stato dato
stamani, a Potenza, dalla consigliera di parità della Regione
Basilicata, Ivana Pipponzi, e dall'assessore regionale alle
attività produttive, Alessandro Galella.
"Il rapporto - ha sottolineato Pipponzi - si compone di
alcune schede per conoscere, per ogni singola azienda: il numero
di dipendenti, quanti tra di loro sono uomini e quante le donne,
quanti dipendenti hanno usufruito dei congedi di maternità e
paternità, quanti figli hanno i dipendenti, quanti usufruiscono
del part time e quali azioni di welfare aziendale che sono state
messe in campo per favorire i lavoratori, come, ad esempio, gli
asili nido aziendali".
Il rapporto - che fino allo scorso anno era indirizzato alle
sole aziende con più di cento lavoratori - da quest'anno, oltre
a interessare società più piccole (fino a 50), potrà essere
compilato su base volontaria anche dai titolari di aziende con
meno dipendenti. "I dati - ha spiegato Galella - serviranno
anche per avere un rapporto generale sul lavoro e poter meglio
indirizzare le politiche regionali sul welfare in base alle
concrete esigenze dei lavoratori lucani, un modo - ha aggiunto
l'assessore - per stimolare le aziende alle politiche di
rispetto e garanzia delle pari opportunità".
Galella, inoltre, ha annunciato che, "d'accordo con la
consigliera di parità, in tutti i futuri bandi regionali saranno
inserite premialità dedicate a chi possiede il certificato di
genere".
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