"Per non mettere a rischio
l'agricoltura e l'agroalimentare lucano", la Coldiretti di
Basilicata ha avviato oggi alcune iniziative, fra le quali un
sit-in, che culmineranno, domani, a Potenza, in un'"assemblea
popolare alla quale parteciperanno 300 agricoltori provenienti
da tutta la regione, con trattori e mietitrebbia al seguito",
per presentare "proposte concrete".
"E' bufera per i prezzi del grano duro italiano in caduta
libera - ha detto il presidente della Coldiretti lucana, Antonio
Pessolani - una tendenza al ribasso che gli agricoltori non
possono assolutamente permettersi dopo il rincaro stellare dei
costi di produzione e la siccità che ha fatto crollare la
produzione".
Secondo il dirigente di Coldiretti, "la speculazione si
sposta dai mercati finanziari ai metalli preziosi come l'oro
fino ai prodotti agricoli dove le quotazioni dipendono sempre
meno dall'andamento reale della domanda e dell'offerta e sempre
più dai movimenti finanziari e dalle strategie di mercato, a
danno degli agricoltori e dei consumatori".
A giudizio del direttore di Coldiretti Basilicata, Aldo
Mattia, "la produzione è in calo fino al 35%-40% nelle aree più
vocate, compresa la Basilicata, a causa della siccità, proprio
quando coltivare grano è costato agli agricoltori fino a 600
euro in più ad ettaro a causa dell'impennata dei costi di
produzione causata dall'effetto a valanga della guerra in
Ucraina dopo la crisi generata dalla pandemia Covid, che si
riflette a cascata dalle sementi al gasolio fino ai
fertilizzanti. La minor produzione pesa sulle aziende
cerealicole che hanno dovuto affrontare rincari delle spese di
produzione che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il
gasolio. Il taglio dei raccolti causato dall'incremento dei
costi e dalla grave e perdurante siccità rischia di aumentare
ulteriormente la dipendenza dall'estero per gli
approvvigionamenti agroalimentari".
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