Una partita che per il piccolo stato della Città del Vaticano vale un derby. Argentina-Svizzera, partita valida per la qualificazione ai quarti di finale ai Mondiali del Brasile, all'interno delle mura leonine non è una partita qualsiasi. Stamane, incrociando una delle guardie svizzere, il Papa ha scherzato: "Sarà guerra!". Le guardie, per tutta risposta, hanno invitato Francesco a vedere la partita con loro ma lui ha risposto che "purtroppo" non poteva andare. "Il Papa non è venuto", conferma all'ANSA lo svizzero in servizio al centralino della caserma. Cordiale, risponde in italiano con un inconfondibile accento tedesco ma della partita non vuole parlare. "Purtroppo sono in servizio", dice un po' seccato mentre il match è ancora in corso.

Le guardie svizzere non in servizio seguono invece la partita nel cortile dove è stato allestito un maxi-schermo. A terra un tappeto di erba finta, panche e tavoli stile birreria tedesca, e ovunque bandierine delle varie squadre; su tutte prevalgono ovviamente quelle rosse con la croce bianca. Il Papa ha detto più volte che non avrebbe tifato per nessuno a questi mondiali, neanche per la sua Argentina, perché ha promesso al presidente del Brasile Dilma Rousseff, di rimanere neutrale. Ma Argentina-Svizzera comunque scalda i cuori tanto che il Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali, a poche ore dal calcio di inizio, twitta una vignetta con due guardie svizzere che esultano davanti un televisore e un Bergoglio un po' indietro con la sciarpa dei colori dell'Argentina al collo, bianco e celeste. E' noto comunque che Bergoglio è un appassionato di pallone e che quando era a Buenos Aires seguiva il San Lorenzo De Almagro. Ma il calcio può essere anche, per il Papa, veicolo di pace e dialogo, tanto che il 1 settembre - come ha annunciato qualche giorno fa il campione argentino Javier Zanetti - si giocherà a Roma una partita con calciatori di tutte le religioni. Voluta proprio da Papa Francesco.