Al Comune di Rosarno era "una vera
e propria prassi" quella di alcuni impiegati che timbravano il
badge per attestare la propria presenza e poi allontanarsi dal
luogo di lavoro. È scattata all'alba l'ordinanza di custodia
cautelare emessa dal gip del Tribunale di Palmi su richiesta del
procuratore Ottavio Sferlazza ed eseguita dai carabinieri del
Comando provinciale di Reggio Calabria.
Quattro dipendenti dell'ente sono finiti agli arresti
domiciliari (L.G. di 66 anni, C. D. di 68, N. R. F. C. di 65 e
S. M. di 63). Per altri quattro, invece, il giudice per le
indagini preliminari ha disposto l'obbligo di presentazione alla
pg: B. C. di 67 anni, M. M. G. di 6, P. M. di 66 e S. D. di 43.
Tutti sono accusati, a vario titolo, di peculato, truffa e
false attestazioni o certificazioni.
Tra di loro, tutti dipendenti delle varie aree organizzative del
Comune, figurano un responsabile di un settore ed una persona
che, in passato, è stata comandante della polizia municipale.
Ad altri quattro indagati, inoltre, è stato notificato l'avviso
di conclusione delle indagini preliminari.
L'inchiesta, denominata "Torno Subito" è il frutto di
un'indagine condotta tra giugno 2017 e luglio 2018 dalla
tenenza dei carabinieri di Rosarno. Le attività investigative
sono scaturite dall'intuizione di un militare, il quale aveva
notato un impiegato del Comune di Rosarno, durante l'orario di
lavoro, intento a consumare alcolici e a giocare alle
slot-machine in un bar di San Ferdinando.
I pedinamenti e i servizi di osservazione hanno confermato
i sospetti e hanno permesso, secondo gli inquirenti, di far luce
sull'esistenza di una vera e propria prassi diffusa tra alcuni
impiegati del Comune di Rosarno.
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