"Per tanti versi è emersa la
coscienza che la Calabria debba tornare ad essere un'emergenza
nazionale perché la diffusione del fenomeno criminale, in
particolar modo 'ndranghetistico, è tale per cui non può più
soprassedere". Lo ha detto il senatore Nicola Morra, presidente
della Commissione parlamentare antimafia, in una pausa della
prima giornata di audizioni avviate nella Prefettura di
Catanzaro nell'ambito della missione in Calabria dell'organismo
parlamentare.
Sono stati sentiti i vertici della magistratura
giudicante del capoluogo, delle forze dell'Ordine e della
sezione Dia. "Abbiamo sentito il presidente della Corte di
appello di Catanzaro Domenico Introcaso - ha aggiunto Morra -
che ci ha fornito dei numeri molto significativi e ci ha fatto
capire che qui c'è un problema molto rilevante che lo Stato
dovrà affrontare. Si può ragionare di tavolo permanente e di
tanto altro, vero è che in questo Paese si parla non a
sufficienza di criminalità organizzata di stampo mafioso".
"La Calabria si è imposta nel corso degli ultimi decenni -
ha sostenuto il presidente della Commissione antimafia - perché
la 'ndrangheta a differenza di altre organizzazioni ha scelto le
modalità silenti che consentono di lavorare senza che vi sia
chiara percezione di ciò che si sta facendo. Il livello di
infiltrazione e di contaminazione dell'economia sana privata o
pubblica è diventato tale da indurre tutta la politica nazionale
quantomeno a prestare un'attenzione ben diversa. Non è poi solo
un problema di carattere economico e per questo si è ragionato
anche di fenomeni che rinviano alla religiosità
popolare:sappiamo bene, infatti, che certe organizzazioni il
consenso lo cercano sfruttando credenze e fedi antichissime".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA