Una rapina su commissione
risolta dopo 8 anni e per la quale la Procura di Reggio
Calabria, guidata da Giovanni Bombardieri, ha chiesto il rinvio
a giudizio per sette persone iscritte nel registro degli
indagati dal sostituto procuratore Sara Amerio. È stato chiesto
il processo, infatti, per Giovanni Morabito detto "Ivan",
Giuseppe Morabito, Salvatore Sinicropi, Oberto Alessandro
Mirandoli e per Antonino Marino. Quest'ultimo avrebbe ordinato
la rapina subita il 14 novembre 2012 dall'ex marito della
sorella, l'avvocato Giovanni Gurnari, quale ritorsione, secondo
l'accusa, per la separazione dell'uomo dalla sorella.
Marino, infatti, "in qualità di mandante, - è scritto nel
capo di imputazione - commissionava una rapina nello studio
dell'avvocato Gurnari che veniva materialmente eseguita da
Giovanni Morabito detto 'Ivan', Giuseppe Morabito, Salvatore
Sinicropi e Oberto Alessandro Mirandoli, i quali, con volto
travisato, con violenza (consistita nel colpire Gurnari sia con
il calcio della pistola, sia con calci alle gambe) e sotto la
minaccia di un'arma, si impossessavano di diversi monili in oro
e di 9 orologi (di cui 6 Rolex, un Gerard Perregaux e 2 Cartier)
contenuti all'interno di una cassaforte".
I carabinieri hanno fatto luce sull'episodio grazie alle
dichiarazioni di Giuseppe Morabito, uno dei rapinatori che, un
tempo, era legato alla cosca di Santa Caterina e che, oggi, è
diventato collaboratore di giustizia. È stato lui a spiegare al
pm Amerio cosa è successo nello studio dell'avvocato Gurnari e a
indicare i due presunti ricettatori Vittorio Quattrone e
Francesco Maurizio Romano i quali, rispettivamente, avrebbero,
il primo, acquistato i Rolex di illecita provenienza e, il
secondo, ricevuto i monili togliendo da alcuni di essi le pietre
preziose, condotta prodromica alla fusione dell'oro.
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