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Sanità: Asp non rimborsa, clinica blocca attività operatoria

Sanità

Sanità: Asp non rimborsa, clinica blocca attività operatoria

A rischio 900 interventi cardiochirurgia annui e 300 dipendenti

CATANZARO, 21 dicembre 2020, 13:19

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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I dipendenti della clinica Sant'Anna di Catanzaro, nota struttura sanitaria nonché centro di riferimento regionale di alta specialità per il trattamento e la cura delle malattie cardiovascolari, hanno manifestato stamani davanti la Prefettura per richiamare l'attenzione delle Istituzioni sulla crisi della struttura che ha annunciato, a far data dal 28 dicembre, il blocco dell'attività ospedaliera per una grave crisi di liquidità. Crisi, ha spiegato il direttore dell'Unità di cardiochirurgia Daniele Maselli al termine di un incontro in Prefettura, dovuta al fatto che l'Asp "ha bloccato il pagamento di 20 milioni di euro di prestazioni erogate, 10 dei quali già validati". A contribuire alla crisi di liquidità anche un sequestro per 10 milioni di euro - "ma il Tribunale del riesame ha disposto la restituzione di circa 7 milioni" ha detto Maselli - nell'ambito di una inchiesta della Procura di Catanzaro su una presunta truffa relativa all'attivazione dell'Unità di terapia intensiva coronarica (Utic) che, secondo l'accusa, non sarebbe mai entrata in funzione.
    Il problema, tuttavia, secondo Maselli va avanti da inizio anno. "Nessuno - ha detto - ci ha mai spiegato perché c'è stato il blocco dei pagamenti anche perché non c'è alcuna interlocuzione. Questa vicenda sta andando avanti in un silenzio assordante. Oggi sono qui per difendere il nostro personale, medici, infermieri, oss, altamente specializzati e grazie ai quali siamo riusciti ad ottenere per 3 anni il primo posto nella classifica delle cardiochirurgie stilata da Agenas". La clinica Sant'Anna, ha aggiunto il medico, effettua 900 interventi di cardiochirurgia in un anno, "più di quanti non ne facciano, insieme, al Policlinico universitario di Catanzaro ed a Reggio Calabria. Se chiudiamo queste persone a chi potranno rivolgersi?". Oltre al danno per la salute dei calabresi, hanno sottolineato i lavoratori, c'è anche la preoccupazione per i 300 posti di lavoro, con l'ipotesi del licenziamento qualora l'attività operatoria venisse bloccata.

"Siamo impegnati al massimo per risolvere i problemi della clinica Sant'Anna, che è un polo di eccellenza cardiochirurgico nazionale e che consente ogni anno a centinaia di calabresi di poter godere di cure  complesse, senza bisogno di emigrare verso altre regioni". È quanto afferma il presidente ff della Regione Calabria Nino Spirlì, al termine dell'incontro con i vertici del Consiglio d'amministrazione della fondazione catanzarese, incontrati oggi nella sede della Cittadella regionale. "Avevo ricevuto sollecitazioni da parte dei consiglieri regionali del territorio, ma conoscevo il prestigio e la qualità di questa struttura. Si tratta - spiega ancora Spirlì - di un centro cardiovascolare e di terapia intensiva d'eccellenza, a prescindere da situazioni che dovranno essere messe in chiaro quanto prima da altre autorità. Quello che a me importa è che si ascoltino le voci di chi, in questo momento, corre il rischio di dover chiudere un importante centro di riferimento, peraltro dotato di convenzione. Ho acquisito le istanze del cda e le riporterò al più presto al commissario della Sanità, al direttore generale del dipartimento Salute e al prefetto di Catanzaro". "Il presidente Spirlì - ha sottolineato durante l'incontro il presidente del cda del San'Anna, Gianni Parisi - è stato l'unico attore istituzionale ad ascoltare le nostre richieste. Non possiamo garantire la tredicesima ai nostri dipendenti né ulteriori ricoveri, considerato che abbiamo circa 30 milioni di crediti non pagati e che, senza contratto di servizio, nessuna somma ci sarà corrisposta". Il vertice si è concluso con il reciproco impegno a costruire un tavolo permanente che possa affrontare e risolvere al più presto le criticità della clinica catanzarese.
   

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