E' stata intitolata a Jole
Santelli, prima presidente donna della Regione Calabria, nel
giorno che avrebbe dovuto segnare il suo cinquantaduesimo
compleanno, la Cittadella regionale degli uffici di Catanzaro.
Emozioni e lacrime trattenute a stento dal presidente
facente funzioni Nino Spirlì, dagli assessori della sua giunta
(mancava solo Sergio De Caprio, assente dalla Calabria per
motivi familiari) dalle sorelle Paola e Roberta, da consiglieri
di maggioranza e di opposizione e sindaci - c'erano tra questi
Maria Limardo (Vibo), Sergio Abramo (Catanzaro) e Giuseppe
Falcomatà (Reggio) - nella sala che ha preceduto la benedizione
della targa all'ingresso principale del palazzo benedetta
dall'arcivescovo di Catanzaro Squillace mons. Vincenzo
Bertolone, presidente della Conferenza episcopale Calabra.
La Cittadella da oggi porta il nome di Jole Santelli, già
parlamentare e più volte sottosegretario di Stato scomparsa il
15 ottobre scorso. Una decisione che non è andata giù ad un
cartello di associazioni catanzaresi che ha presentato un
ricorso al Tar.
"Avremmo dovuto festeggiare in altro modo questa ricorrenza -
ha detto Spirlì, preceduto da un tributo video - ma non ci è
stato dato di poterlo fare. Ma questa giornata non poteva
passare senza che ci fosse un regalo della Calabria al politico
che, quanto e più di tutti gli altri, ha segnato un passaggio
nuovo nel linguaggio, nell'approccio, nel disegno e nei
risultati politici". Spirlì ha parlato di Jole Santelli come il
"politico che ha segnato un passaggio nuovo", facendo
riferimento anche alle parole del procuratore Gratteri, secondo
cui la defunta presidente della Regione "è e resta il politico
su cui non si può dire una parola negativa. Lei ha sfondato
dall'interno le porte di questo palazzo, è entrata con un
sorriso e con un sorriso ha aperto le porte a tutti i
calabresi".
"La Giunta - ha sostenuto Spirlì - è formata da tutti noi che
siamo orfani e vedovi di Jole. In queste settimane non l'abbiamo
mai sentita lontana, perché lei ha segnato un solco talmente
profondo e corposo, nella politica e in questa amministrazione,
che non ci si può allontanare, da quel solco".
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