Si allarga l'inchiesta della
Procura di Catanzaro su medici del 118 che attestavano patologie
in realtà mai sofferte attraverso falsi certificati di malattia
che permettevano, così, di conseguire un ingiusto profitto ai
danni dell'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro. Sono
salite a 42, infatti - all'inizio, nel maggio 2020 erano 21 - le
persone indagate tra medici, medici di base e guardie mediche.
Secondo quanto emerso dall'inchiesta coordinata dal sostituto
procuratore Graziella Viscomi, gli indagati agivano per
"ritorsione" nei confronti della Commissione prefettizia alla
guida dell'Asp del capoluogo che aveva tagliato l'indennità
aggiuntiva ai medici del Suem 118 e, in particolare, del decreto
con cui veniva sospesa l'erogazione e richiesto il rimborso con
trattenuta sullo stipendio dell'indennità aggiuntiva percepita
nei periodi di festività e ferie. I reati contestati, a vario
titolo, sono truffa e falsità ideologica commessa dal pubblico
ufficiale in atti pubblici.
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