Un tuffo nel passato per
ricordare la "Beat generation", un fenomeno musicale, sociale e
letterario che ha fatto epoca e segnato la vita di tanti
intellettuali d'oltreoceano ed europei. Al Museo del Rock di
Catanzaro, riaperto per l'occasione dopo il triste periodo delle
restrizioni legate alla pandemia (la ripresa della regolare
attività della struttura dovrebbe essere comunque imminente),
Piergiorgio Caruso, fondatore di una struttura che non ha uguali
in tutta Italia, ha rievocato i tratti caratteristici ed i tanti
artisti di una fase irripetibile della storia della musica e
della letteratura mondiali, da Bob Dylan a Janis Joplin,
passando attraverso personaggi del calibro di Jim Morrison, Joan
Baez e John Lennon. Tra l'ascolto di brani musicali dell'epoca,
gli interventi di Caruso e la lettura, intensa ed emotivamente
coinvolgente, da parte dell'attore Salvo Venuto di poesie di
Lawrence Ferlinghetti, Allen Ginsberg, Gianni Milano, Aldo
Piromalli e di alcuni brani di "On the road" di Jack Kerouac,
l'iniziativa si é risolta in un grande arricchimento culturale
per tutti, suscitando una vasta eco di interesse. Piergiorgio
Caruso ha raccontato una serie di aneddoti ed episodi di vita
riguardanti, in particolare, i cantanti che hanno rappresentato
la "Beat generation". Tra questi significativo il riferimento a
Jim Morrison, morto alla stessa età "maledetta" di 27 anni in
cui sono scomparsi tanti altri artisti come Jimi Hendrix, Janis
Joplin, Brian Jones ed Amy Winehouse. Morrison non si separava
mai dalla sua copia di "On the road", di Jack Kerouac, lo
scrittore considerato il padre della "Beat generation". Il
leader dei "Doors" arrivava al punto di dormire, in spiaggia o
altrove, usando come cuscino proprio la sua copia di "On the
road".
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