Sette anni e otto mesi di
reclusione sono stati invocati dalla Dda di Catanzaro nei
confronti di Domenico Tallini, ex presidente del consiglio
regionale della Calabria, al termine della requisitoria nel
processo, con rito abbreviato, denominato Farmabusiness,
incentrato sull'affare della vendita all'ingrosso di farmaci che
sarebbe stata organizzata da componenti della cosca cutrese dei
Grande Aracri i quali avrebbero investito i proventi delle
attività illecite del clan con l'aiuto di sodali tra i quali
imprenditori, esponenti politici e funzionari pubblici. In tutto
sono state invocate 19 condanne dai 16 ai sei anni di
reclusione. Tallini è accusato di concorso esterno in
associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso.
A fare da collante tra i vari componenti del sodalizio,
secondo l'accusa, sarebbe stato l'antennista catanzarese
Domenico Scozzafava, accusato anche di associazione mafiosa, nei
confronti del quale la Dda - rappresentata in aula dal
procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e dal sostituto Domenico
Guarascio - ha chiesto 16 anni di reclusione. Imputati nel
processo sono anche il fratello del boss Nicolino Grande Aracri,
Domenico Grande Aracri, per il quale sono stati chiesti 6 anni
di reclusione, la figlia del boss, Elisabetta, per la quale la
richiesta è stata di 10 anni e la moglie, Giuseppina Mauro, nei
confronti della quale la Procura ha chiesto la pena di 12 anni
di reclusione.
Secondo l'accusa, a organizzare l'affare dei farmaci per conto
della cosca si sarebbe particolarmente prodigato Salvatore
Grande Aracri, di 42 anni, nei confronti del quale sono stati
invocati 14 anni di reclusione. Le accuse mosse agli imputati
sono, a vario titolo, associazione di tipo mafioso, concorso
esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale
politico-mafioso, impiego di denaro, beni o utilità di
provenienza illecita, detenzione illegale di armi, trasferimento
fraudolento di valori, tentata estorsione, ricettazione e
violenza o minaccia a un pubblico ufficiale.
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