Il gup distrettuale ha
rinviato a giudizio Nazzareno Colace, di 58 anni, di Portosalvo
(frazione di Vibo) per l'omicidio aggravato dalle finalità
mafiose, per aver agevolato l'attività 'ndranghetistica del clan
Tripodi-Mantino attivo fra Portosalvo e Vibo Marina, di
Francesco Covato, commesso tra il 23 ed il 24 gennaio 1990. Il
processo dinanzi la Corte d'Assise di Catanzaro si aprirà il 23
marzo prossimo.
L'imputato, difeso dagli avvocati Francesco Sabatino e
Francesco Gambardella, è accusato, in concorso con altri
soggetti allo stato non identificati, di essere stato il
promotore, l'ideatore e l'esecutore del delitto, esplodendo
colpi d'arma da fuoco all'indirizzo della vittima, attinta in
zone vitali del corpo, con l'aggravante della premeditazione, in
quanto avrebbe mantenuto "fermo e costante il proposito
delittuoso durante un consistente lasso di tempo (intercorso tra
l'attentato ai suoi danni del 19 settembre 1987 e l'effettiva
realizzazione del delitto)", nonché avendo provveduto a
preparare accuratamente l'azione criminosa sino all'esecuzione
dell'omicidio.
La Dda contesta anche l'aggravante di aver commesso il
delitto per motivi abietti e futili, consistiti nell'aver
eseguito l'omicidio per vendicare il precedente agguato commesso
da Covato ai danni dello stesso Colace il 19 settembre 1987.
Anche il reato di occultamento di cadavere è aggravato dalle
finalità mafiose. Fra le parti offese - costituitesi parti
civili - la Provincia di Vibo Valentia e la Regione Calabria.
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