Oltre cinquecento persone hanno partecipato in serata a Pozzuoli (Napoli) alla fiaccolata in segno di solidarietà verso Carla Ilenia Caiazzo, la donna di 38 anni, incinta, che ieri il suo compagno, Paolo Pietropaolo, 40 anni, ha tentato di uccidere dandole fuoco. Con la candela accesa un corteo silenzioso ha percorso le strade del centro storico di Pozzuoli da piazza a mare a piazza della Repubblica, dove sono stati liberate decine e decine di palloncini bianchi accompagnati da un lungo applauso. Al corteo hanno partecipato i rappresentanti di mumerose associazioni sociali e antiviolenza, e i sindaci di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia, di Quarto, Rosa Capuozzo, di Monte di Procida, Giovanni Pugliese, e di Bacoli, Josi Gerardo Della Ragione. "Faccio il tifo per Carla!", ha detto il sindaco Figliolia che oggi ha fatto visita in ospedale a Carla ed ai suoi familiari. La situazione - ha aggiunto - è davvero delicata e questa sera abbiamo dato una testimonianza di solidarietà davvero forte. E' stato importante e la città ha risposto con sensibilità! Grazie anche ai sindaci flegrei che hanno voluto esserci vicini!". "Questi episodi scatenano tanta rabbia in una donna - ha detto Rosa Capuozzo - E' una strage continua contro le donne. Spesso rimangono sole e per le poche istituzioni che le sostengono non riescono a volte a capire in tempo quando si scatena la violenza contro di loro!".
Pm, gesto premeditato - Un tentativo di omicidio premeditato, dopo avere scoperto che la sua donna aveva allacciato un'altra relazione sentimentale: a Paolo Pietropaolo, l'uomo di 40 anni che ieri mattina a Pozzuoli (Napoli) ha dato fuoco con l'alcol alla sua compagna incinta, Carla Ilenia Caiazzo, di 38 anni, ora in gravissime condizioni nell'ospedale Cardarelli di Napoli, la Procura della Repubblica di Cassino (Frosinone) contesta il reato di tentato omicidio pluriaggravato. E fra le aggravanti c'è anche quella della premeditazione. Nell'interrogatorio a cui è stato sottoposto ieri sera, Pietropaolo ha ammesso le proprie responsabilità sostenendo di non avere avuto l'intenzione di uccidere e che il suo, contrariamente a quello che sostengono i pm, è stato un gesto d'impeto. Parole, però, che non hanno convinto la Procura che è andata avanti sulla sua strada. Domani ci sarà l'udienza davanti al gip per la convalida del fermo e la prima verifica dei capi di accusa.
L'uomo ha raccontato di essere venuto a conoscenza di una presunta nuova storia d'amore della sua donna tempo fa: lo ha detto ieri sera tardi, nell'interrogatorio al quale è stato sottoposto, assistito dal suo difensore, avv. Gennaro Razzino, nella caserma dei carabinieri di Formia, e a quanto detto dall'uomo sarebbe stata proprio Carla, poi, a dagli la conferma. Potrebbe essere stata questa la causa alla base della terribile violenza scattata davanti all'abitazione della famiglia Pietropaolo, al civico 68 di via Vecchia delle Vigne, a Pozzuoli. Di tutto questo racconto Carla non sa nulla: è gravissima, in prognosi riservata, fra la vita e la morte, in un letto dell'ospedale Cardarelli di Napoli. Ha ustioni di terzo grado sul 50% del corpo e il suo volto, dai tratti e i colori mediterranei, è devastato dalle fiamme, come il collo, il torace e la schiena. Ieri i medici l'hanno fatta partorire con un cesareo. Ha dato alla luce una bimba che sta bene malgrado sia nata dopo 34 settimane di gestazione. In ospedale ci sono la madre, la sorella, tanti amici e parenti. Tutti sperano solo che si salvi e nessuno ha voglia di commentare. "É un dolore nostro e vogliamo che resti nostro", ha detto la zia di Carla a cui gli occhi si riempiono di lacrime e rabbia quando le viene chiesto se la famiglia si aspettasse questa tragedia. "No, non credo che Carla potesse mai aspettarsi una cosa del genere - dice un altro parente - è una bravissima ragazza. Se avesse temuto una cosa del genere, di certo non l'avrebbe incontrato". La famiglia di Carla riesce a rasserenarsi solo quando si parla della piccola neonata: "Sta bene, almeno lei sta bene", dicono.
Davanti alla villetta dove si è verificata la tragedia, Gennaro Tassieri, il vicino di casa che ieri è intervenuto per sedare la lite, racconta tra le lacrime, i tragici momenti dell'aggressione. "Ho visto che lui la riempiva di pugni - dice con la voce rotta dal pianto - sono intervenuto per cercare di salvarla. Carla mi ringraziava: "Ci hai salvati", mi diceva riferendosi al fatto che aspettava un figlio. Poi però lui è andato a prendere una bottiglia dalla macchina, pensavo fosse acido, poi dall'odore ho capito che era alcol. Ho cercato di fermarlo ma non ci sono riuscito e poi l'ho vista tra le fiamme". Una pausa, per riprendere fiato, e poi il raccapricciante racconto continua: "La prima cosa che ho tentato è stata cercare di spegnere le fiamme, ma non ci riuscivo. Poi ho aperto il rubinetto e ho afferrato il tubo dell'acqua mentre lui si è messo in macchina ed è scappato". Durante la fuga, Pietropaolo ha assunto dei sedativi e forse proprio per questo è finito contro un guardrail sul ponte del Garigliano, vicino Formia. Adesso è in una cella del carcere di Cassino (Frosinone). Domani davanti al gip, si terrà l'udienza di convalida del fermo di polizia giudiziaria emesso dopo l'interrogatorio nella caserma di Formia.