Colpi di pistola sono stati esplosi in pieno giorno a Napoli, nella zona del rione Sanità. Il raid è stato compiuto mentre i bambini si recavano a scuola. Gli spari, secondo quanto si è appreso, erano diretti contro la vetrina di una nota pasticceria della zona. I vetri sono andati in frantumi. I colpi esplosi sono stati quattro o cinque. Nessuno è rimasto ferito.
"Quanto accaduto è inaccettabile, grave e inaudito. Lo Stato deve intervenire e le forze dell'ordine devono essere rafforzate". Così il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, in relazione agli spari al rione Sanità.
De Magistris, riferendo di aver sentito nei giorni scorsi il nuovo questore di Napoli De Jesu che si insediera' nelle prossime settimane, ha ribadito che "il controllo del territorio compete allo Stato. Trovo inaccettabile che si possa sparare indisturbatamente nella nostra città". Il sindaco ha ricordato che un anno fa, in occasione di un Comitato per l'Ordine e la sicurezza con l'allora ministro dell'Interno Angelino Alfano, "mi permisi di sollevare delle perplessità rispetto all'impiego dell'esercito che, ripeto, in questi casi deve chiamare il 112 o il 113 che se non hanno organici adeguati non possono intervenire. Sarebbe stato più utile e meno gravoso mandare qualche pattuglia in più. Da sindaco mi auguro che lo Stato investa in maniera adeguata".
La camorra spara sulle eccellenze per riportare il Rione Sanità di Napoli nel "buio" dal quale sta tentando di uscire: è questo, in sintesi, il grido di allarme lanciato da Ivo Poggiani, presidente della Terza Municipalità di Napoli, dopo il raid intimidatorio a colpi di pistola avvenuto stamattina, davanti a passanti e bambini, ai danni della storica pasticceria "Poppella". "La camorra - sottolinea Poggiani - colpisce un simbolo del quartiere, un'imprenditore generoso nato e cresciuto alla Sanità. Ho incontrato il ministro de Vincenti, Prefettura, Commissione Parlamentare di Inchiesta sulle Periferie, Commissione Regionale Anticamorra: a tutti ho esternato la mia rabbia e la mia paura per il ritorno di storiche famiglie di camorra che hanno nella propria subcultura camorristica lo strumento del pizzo". "Fino alla metà degli anni '90 - ricorda Poggiani - l'economia del quartiere si basava sull'artigianato: scarpe, guanti, cinture, pellame in generale.
In tutte le famiglie c'era lavoro grazie a marchi prestigiosi come Valentino e Melluso costretti a lasciare a causa del pizzo. La mancanza di lavoro genera terreno fertile per le camorre e per dieci anni c'è stato il buio". Secondo il presidente Terza Municipalità, però, da qualche anno si è invertita la tendenza: "Piccoli commerciali, imprenditori, associazioni e cooperative - dice ancora Poggiani - hanno ridato vita al tessuto produttivo del Rione puntando tutto su due filoni: cultura e turismo, piccolo commercio basato soprattutto sulle eccellenze del food. Purtroppo sembrerebbe che quelle storiche famiglie di camorra hanno ripreso il controllo del territorio ed in maniera violenta stanno di nuovo soffocando le economie del quartiere". "Non so se quanto accaduto - spiega Poggiani - sia una intimidazione del racket. Mi pare però che quelle siano le modalità". "Ognuno faccia la sua parte, - conclude il presidente della Terza Municipalità - la gente è stanca ed esasperata. Lo Stato non può girare la testa da un'altra parte".