Donazione di sangue a rischio
sull'isola d'Ischia dove, come denuncia la Fidas-Advs locale in
una lettera aperta inviata ai vertici della ASL Napoli 2 Nord,
del distretto sanitario 36, dell'ospedale Cardarelli e della
Struttura Regionale di Coordinamento per le Attività
Trasfusionali.
Nella missiva a firma di Luigi Trani, presidente dei donatori
isolani ma anche della Fidas regionale, si ricostruisce la
vicenda nata dalla sopraggiunta indisponibilità dei locali del
presidio sanitario San Giovangiuseppe di Ischia Ponte, struttura
che per collocazione e caratteristiche è la più idonea per
accogliere le donazioni (tanto che qualche anno addietro si
decise di spostarle lì dall'ospedale "Rizzoli") e che il luogo
che è espressamente indicato come sede delle donazioni nella
convenzione sottoscritta tra la Fidas ischitana ed il
Cardarelli.
Per problematiche legate all'orario di apertura del presidio
(abitualmente la domenica per le donazioni) il direttore
sanitario del Distretto ha comunicato che l'unico dipendente
disponibile ad aprire e chiudere i locali nei giorni festivi ha
manifestato la sua indisponibilità e non avendo altri dipendenti
disposti a svolgere turni straordinari e festivi non può più
mettere a disposizione i locali di quella struttura per ospitare
le donazioni.
La FIdas isolana ha portato a donare, nel corso della sua lunga
attività, quasi 2000 ischitani e lo scorso anno ha raccolto
circa 1500 sacche di sangue che sono state utilizzate dal
Cardarelli, il maggior ospedale del sud Italia.
"Non possiamo perdere un contributo di donazioni così ingente"
dice all'Ansa Luigi Trani "nel presidio San Giovangiuseppe c'è
la guardia medica attiva 24 ore al giorno, siamo disposti a
prenderci in carico le chiavi della struttura per aprirla ed
utilizzarla le domeniche in cui si dona oppure a valutare
qualsiasi altra soluzione che ci permetta di continuare ad
utilizzare tale struttura; speriamo che i vertici di ASL e
Distretto Sanitario vogliano incontrarci per risolvere il
problema"
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