ROMA - Dal grano etiope arriva la chiave per salvare i raccolti europei messi a rischio dai cambiamenti climatici: uno studio guidato da Matteo Dell'Acqua, della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, e pubblicato sulla rivista The Plant Biotechnology Journal, svela che il grano africano ha delle caratteristiche genetiche capaci di rendere più resistente e produttivo quello europeo. L'uso massiccio di singole varietà di grano, come avviene anche per moltissime altre colture sfruttate dall'agricoltura moderna, ha 'ucciso' molte delle varietà locali usate fino a pochi decenni fa riducendo moltissimo la varietà genetica di queste specie. Un impoverimento che ha portato alla scomparsa definitiva di colture poco produttive ma più resistenti ai cambiamenti climatici, portandoci ad avere tipologie di grano più 'deboli' nei confronti del riscaldamento globale. Per salvare il grano duro diffuso oggi quasi ovunque nel mondo, i ricercatori italiani hanno raccolto e analizzato la grande variabilità che esiste nel cosiddetto grano etiope con l'obiettivo di produrre varietà di grano che uniscano le migliori caratteristiche dei due. Per farlo hanno studiato oltre 30 milioni di dati molecolari e individuato le caratteristiche genetiche che lo rendono resistente alle malattie e alla siccità. "Questo studio - ha spiegato Dell'Acqua - conferma che l'Africa è una grande risorsa per tutti, anche nell'agricoltura, e che le moderne tecniche molecolari possono valorizzare le varietà tradizionali ed aprire nuove prospettive di progresso nel sistema agricolo Etiope così come in quello italiano ed europeo. Questo è il primo passo nell'impiego razionale delle risorse genetiche del grano duro etiope a beneficio di tutti".