Nell'Africa sub-Sahariana il peso dell'acqua è sulle spalle di 17 milioni di donne e bambini, per lo più bimbe. È questo il numero delle persone che ogni giorno in 24 Paesi sono responsabili del trasporto dell'acqua su lunghe distanze, dalle fonti fino alle proprie case. Tragitti giornalieri di almeno mezz'ora che mettono a rischio la vita di donne e ragazzine, impedendo loro di studiare, lavorare o svolgere qualsiasi altra attività. È quanto emerge da uno studio della George Washington University pubblicato su Plos One.
I viaggi per la raccolta dell'acqua compiuti ogni giorno "fanno male alla salute, consumano le già limitate energie fisiche e rubano tempo ad altre opportunità", spiega Jay Graham, uno degli autori della ricerca. "Riducendo la distanza dalle fonti di acqua molte donne e ragazze avrebbero il tempo per lavorare o andare a scuola".
I contenitori colmi di acqua possono arrivare a pesare anche oltre una ventina di chili e possono causare diversi problemi di salute, ad esempio dolori spinali o artrite precoce causata dalla pressione sullo scheletro. In tutti i Paesi oggetto dello studio è emerso che il trasporto dell'acqua è prevalentemente un'attività femminile: dal 46% delle donne in Liberia al 90% in Costa d'Avorio. Lo squilibrio di genere riguarda anche i minori impiegati a questo scopo: il 62% delle ragazze contro il 38% dei bambini maschi. E la salute dei più piccoli è ancora più a rischio per via dell'esposizione ad acqua sporca.