Gestione inadeguata dei reclami per la fatturazione di consumi presunti, mancata informazione in merito alla possibilità di rateizzazione dei conguagli, assente o ritardata restituzione degli importi, interessi di mora per tardivo pagamento non dovuti. E' un ricco campionario di scorrettezze quello descritto dall'Antitrust, che ha sanzionato cinque big dell'energia per complessivi 14,5 milioni di euro per pratiche "aggressive" nella fatturazione dei consumi, concludendo un'indagine avviata a luglio dello scorso anno.
Le cinque società multate, per diversi importi "in considerazione delle specificità di ciascuna condotta e della dimensione dei fenomeni riscontrati", sono Acea ed Eni per 3,6 milioni, Enel Energia per 2,9 milioni, Enel Servizio elettrico per 2,6 milioni ed Edison per 1,7 milioni. "La nostra condotta è aderente ai più elevati canoni della diligenza professionale e del tutto rispondente alla normativa di settore", ribatte Enel che annuncia di "riservarsi di tutelare le proprie ragioni nelle sedi più opportune".
L'Antitrust, comunque, ha anche fatto uno 'sconto', perché "gli operatori hanno proposto modifiche alle procedure utilizzate finora nella gestione delle istanze e dei reclami da parte dei consumatori e anche per migliorare i processi di fatturazione" e quindi "le sanzioni sono state ridotte in misura proporzionale al grado di rilevanza ed effettiva implementazione di tali innovazioni". Le pratiche commerciali aggressive sono di vario tipo. La prima riguarda una gestione inadeguata delle istanze e delle comunicazioni di clienti finali che lamentavano la fatturazione di consumi divergenti da quelli effettivi per deficienze del processo di fatturazione o malfunzionamenti dei sistemi informatici e alla mancata sospensione delle attività di riscossione nell'attesa di una risposta chiara, puntuale ed esaustiva.
Nel caso di conguagli di elevato importo, inoltre, le imprese non avevano adottato misure per attenuare l'impatto della bolletta, senza informare gli utenti sulla possibilità di rateizzare né sui termini di pagamento più lunghi. Una seconda pratica scorretta riguarda la mancata o ritardata restituzione di importi dovuti a vario titolo ai clienti finali. L'Autorità ha ritenuto, infatti, che le modalità adottate dai cinque operatori non hanno permesso ai consumatori di ricevere pienamente e tempestivamente quanto versato in eccesso per la fornitura di energia elettrica o di gas. Per le due società del gruppo Enel, infine, è stata accertata una terza pratica scorretta, che consisteva nell'addebito degli interessi di mora per tardivo pagamento, anche in caso di bollette recapitate in ritardo o non recapitate e in presenza di un reclamo.
Esultano le associazioni dei consumatori. Il Codacons parla di "vittoria" dei propri esposti e, certo del ricorso da parte delle aziende, assicura che difenderà le multe al Tar. "Ottima notizia", commenta l'Unc, che chiede l'intervento del legislatore perché "le regole del mercato tutelato siano estese a quello libero".