In vista dell'aggiornamento del Piano regionale di tutela delle acque, Legambiente, Cai, Vallevirtuosa, Attac, Movimento decrescita felice di Aosta hanno predisposto un documento con otto macro-proposte già presentato alla Regione che oggi è stato illustrato alla stampa.
"Vorremmo una maggiore tutela delle acque regionali - ha spiegato Rosetta Bertolin di Legambiente - e un loro uso più indirizzato al bene pubblico. Nel settore idroelettrico, per esempio, non siamo contrari a un utilizzo sostenibile, ma quello che se ne sta facendo in Valle d'Aosta è eccessivo perché i profitti che se ne traggono spingono a utilizzare qualsiasi corso d'acqua".
Le proposte interessano il miglioramento degli impianti di depurazione e il servizio idrico integrato con riferimento alla qualità della falda della Plaine; la tutela delle sorgenti idropotabili attraverso monitoraggi dei comuni e lo sblocco dell'utilizzo delle sorgenti; una disciplina più efficace dell'uso dell'acqua in agricoltura tramite la puntuale definizione delle esigenze idriche per le coltivazioni; attenzione all'inquinamento da pesticidi e fitofarmaci, con riguardo a vigne e frutteti e la ridefinizione del concetto di deflusso minimo vitale.
Tra gli altri punti suggeriti alla struttura regionale che sta procedendo alla revisione del Piano ("ci siamo incontrati con i tecnici in quattro occasioni con buoni risultati, ma ora è necessaria la volontà politica", ha detto Jeanne Cheillon di Vallevirtuosa) rientrano la tutela dell'ittiofauna e dei torrenti con acque salmonicole e ciprinicole, la preservazione dei corsi d'acqua d'alta quota e di siti come forre, aree umide, cascate e ghiacciai, l'abbandono per quanto possibile delle pratiche di arginatura dei corsi e la riqualificazione ambientale e, infine, una maggiore severità su procedure di autorizzazione, canoni di autorizzazione e sanzioni in ambito di concessioni idroelettriche.