ROMA - "C'è l'esigenza, indifferibile, di definire, in analogia alla Strategia Energetica Nazionale (SEN), una Strategia Idrica Nazionale (SIN)". Lo ha detto in un comunicato Giovanni Valotti, presidente di Utilitalia (la federazione che riunisce i gestori dell'acqua dell'energia e dell'ambiente).
"È fondamentale alzare lo sguardo, - ha aggiunto Valotti - assumere un orizzonte almeno decennale, definendo un Piano di investimenti di ampio respiro e le relative priorità, immaginando un assetto industriale del settore che valorizzi operatori efficienti e competenti, educando cittadini ed imprese ad un uso responsabile del bene acqua. Colpisce l'illusione di risolvere con misure urgenti problemi di natura strutturale e che hanno radici profonde". In Italia (secondo la federazione) ci sono 425 mila km di rete. Inclusi gli allacciamenti, si arriva a 500 mila km. Il 60% delle rete nazionale è stato posato oltre 30 anni fa e il 25% supera anche i 50 anni. Il tasso nazionale di rinnovo è pari a 3,8 metri di condotte per ogni km di rete: a questo ritmo occorrerebbero oltre 250 anni per sostituire l'intera rete.
Servono circa 5 miliardi all'anno per adeguare e mantenere la rete idrica nazionale. Attualmente ci si attesta a circa 32-34 euro per abitante all'anno. La media europea è di circa 100 euro (in Danimarca si arriva a 129 euro).
Utilitalia ha disegnato una mappa delle 'best practices' adottate in varie zone del nostro paese: sistemi di geolocalizzazione degli interventi delle squadre idriche, telecontrollo delle reti, tecnologie satellitari per la ricerca delle perdite idriche delle condotte, mappatura delle reti sotterranee, utilizzo delle fognature per consentire il passaggio della fibra ottica, 'ri-uso' dell'acqua, valorizzazione dei fanghi post-depurazione.