ROMA - La Lav lancia l'allarme sull'aumento del bracconaggio ittico, un'attività silenziosa che non suscita clamore ma che crea provoca grande preoccupazione negli addetti ai lavori, in particolare nei fiumi di alcune province del Nord. Il Rapporto Zoomafia 2016 "Crimini organizzati contro gli animali", redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell'Osservatorio Zoomafia della LAV, parla di 'pirati dei fiumi' per descrivere l'attività di bande di predatori che saccheggiano i fiumi.
Di fatto si tratta di pescatori di frodo, quasi tutti stranieri dell'Est Europa, che dispongono di mezzi, barche potenti, furgoni-frigo, reti lunghe centinaia di metri e che usano, spesso, intimidazioni e minacce nei riguardi degli addetti ai controlli.
Pescano di tutto e rivendono al mercato nero, soprattutto il Siluro (Silurus glanis), un pesce particolarmente apprezzato nei paesi dell'Est e per questo oggetto di vere e proprie rappresaglie in stile militare nei nostri fiumi. Un giro d'affari - sottolinea il Rapporto della Lav - di svariati milioni di euro l'anno. La pirateria fluviale si accompagna inoltre ai furti, di barche e motori, in forte aumento.