E' emergenza declino per gli elefanti nella savana africana minacciati dal bracconaggio e dalla perdita di habitat. Sulla base del primo "Grande censimento dell'elefante" a livello continentale, una ricognizione aerea che ha coperto 463.000 chilometri, durata due anni e finanziata 8 milioni di dollari principalmente dal miliardario filantropo Paul G. Allen e sua sorella Jody Allen, si stima che l'attuale tasso di declino è dell'8% all'anno. L'indagine dei ricercatori di 'Elefanti senza frontiere', sulla base di dati storici disponibili su 15 Paesi, indica che la popolazione di elefanti dal 2007 al 2014 si è ridotta del 30% di 144.000 esemplari.
Questi risultati - che saranno illustrati nell'ambito della Conferenza internazionale sulla fauna selvatica che si apre domani alle Hawaii e pubblicati sulla rivista PeerJ - mostrano la necessità di un intervento efficace da parte dei governi e delle organizzazioni per la conservazione degli elefanti per interrompere questo declino con azioni di prevenzione.
Nel complesso, i ricercatori - fra cui Curt Griffin dell'Università del Massachusetts Amherst e Scott Schlossberg - stimano che la popolazione degli elefanti della savana è di 352.271 esemplari nei 18 paesi esaminati fino ad oggi, che rappresentano almeno il 93% del totale in questi paesi. Nel sorvolo, i ricercatori hanno avvistato l'84% degli elefanti in aree protette e il rimanente 16% in zone non protette. Nelle prime sono stati visti numerosi resti di carcasse dimostrando che questi mammiferi sono in pericolo anche all'interno di parchi. Il censimento è stato lanciato a fine 2013 e i primi voli sono cominciati nel febbraio 2014 sul parco nazionale di Tsavi in Kenia. Sinora sono stati sorvolati 18 Paesi ma occorre completare il lavoro: il sorvolo di Sud Sudan e Repubblica Centrafricana dovrebbe avvenire entro la fine del 2016, condizioni di sicurezza permettendo.