Lo scioglimento dell'Artico dovuto ai cambiamenti climatici non è certo una novità, ma un nuovo studio evidenzia che gli orsi polari devono fare i conti conti con una ancora più marcata scarsità di ghiaccio marino, presente nell'Artico per un numero di giorni sempre più basso. Il fenomeno, spiegano i ricercatori dell'Università di Washington sulla rivista The Cryosphere, riguarda direttamente 19 popolazioni di orsi le cui abitudini di nutrizione e riproduzione sono a rischio.
Gli orsi polari vivono in simbiosi con la superficie di mare che ghiaccia in base alle stagioni: si tratta di una piattaforma vitale, essenziale per caccia, spostamenti, accoppiamenti. Lo studio, basato su dati satellitari della Nasa che coprono 35 anni, evidenzia un trend preoccupante: la superficie di ghiaccio si scioglie sempre prima in primavera e si forma sempre più tardi in autunno in un'area che interessa 19 popolazioni di orsi.
Questi animali trascorrono inverno e primavera spostandosi sulla superficie marina ghiacciata per cacciare, per lo più foche. Gli orsi polari non uccidono le prede nuotando in mare, ma le stanano rompendo il ghiaccio o direttamente dai fori che servono alle foche per respirare.
I ricercatori hanno scoperto che la copertura di ghiaccio è diminuita al ritmo di 7-19 giorni ogni decennio tra il 1979 e il 2014. Anche la presenza di ghiaccio marino in estate è diminuita, dall'1 al 9% per decennio. Lo scioglimento dei ghiacci sta anticipando di 3-9 giorni per decade. Idem tarda la loro formazione in autunno.