MODENA - Un lupo di circa tre anni affetto da cimurro del ceppo artico è stato liberato lunedì in una oasi faunistica del Perugino. Nonostante le condizioni iniziali gravi si è riusciti a curarlo dalla patologia - un virus che ha una elevata mortalità e in passato nel Parco dell'Abruzzo decimò decine di esemplari - e a reimmetterlo in natura con radiocollare, nonostante i mesi passati da aprile in una struttura gestita dall'uomo.
Questo perché al Centro per la Fauna selvatica 'Il Pettirosso' di Modena, dove è stato curato e che ha raccontato la vicenda, grazie ad un accordo con gli istituti Zooprofilattici di Perugia e di Modena, si è messo a punto un protocollo che ha permesso all'animale di essere seguito mantenendo la massima selvaticità, senza entrare in contatto con l'uomo: per garantirne l'isolamento sanitario sono state fondamentali le telecamere che registravano giorno e notte gli stati clinici dell'animale, mentre le medicine sono state somministrate con bocconi.
I volontari del centro infatti entravano nel recinto solo sedando l'animale e solo quando era strettamente necessario, cioè quando si dovevano prelevare dei tamponi per le analisi da inviare agli istituti zooprofilattici. Avuta la conferma che la malattia era stata debellata, ha spiegato Piero Milani, responsabile del centro faunistico di Modena, la Regione Umbria ha dato il via alla liberazione e si è individuata un'oasi vicino a dove il lupo era stato rinvenuto mesi prima, una zona di protezione dalla caccia. Anche la Lav di Bologna ha dato un contributo finanziario per il trasferimento verso l'Umbria.