ROMA - Dopo l'uccisione di 4 ibis eremita in Italia, i naturalisti austriaci del Waldrappteam e il Parco Natura Viva di Bussolengo (Verona) lanciano una petizione internazionale indirizzata a Parlamento Europeo, Arma dei carabinieri, Ministero dell'Ambiente, Corpo Forestale dello Stato e alle associazioni italiane della caccia perché "serrino i controlli contro la caccia illegale", si legge in una nota.
L'Ibis eremita è un grande uccello simile alla gru, estinto in Italia quattro secoli fa. Negli anni scorsi alcune decine di esemplari provenienti dall'Africa sono stati reintrodotti in Austria con un progetto guidato dai ricercatori del Waldrappteam e sono stati guidati con un parapendio a motore nella migrazione annuale verso l'Italia, fino alla laguna di Orbetello (Grosseto). Al momento 87 animali sono all'Argentario, mentre 7 proseguono il volo verso sud, mentre la caccia è ancora aperta.
"Chiediamo aiuto a tutti e in particolare al mondo venatorio, che finora ha lavorato con noi alle attività di formazione e sensibilizzazione dei propri associati - dice Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del Parco Natura Viva di Bussolengo, unico partner italiano del progetto -. L'Italia sta mettendo a rischio il ritorno di un animale simbolo della biodiversità del vecchio Continente: denunciate se venite a conoscenza di episodi di illegalità!".
Anche Gianluca Dall'Olio, presidente della Federazione italiana della caccia (FIDC), conferma: "E' impossibile scambiare un ibis eremita in volo per qualunque altro animale.
Si è trattato di un vero e proprio atto di bracconaggio che non merita sconti".