Le associazioni a protezione degli animali Enpa, Lac, Lav, Lipu e Lndc temono per le sorti dei lupi in Italia. A breve la Conferenza Stato Regioni sarà chiamata ad approvare il nuovo piano nazionale di conservazione che prevede, tra l'altro, l'uccisione dei lupi. "Dopo 46 anni di protezione assoluta, che hanno consentito di allontanare lo spettro dell'estinzione, ora il nostro Paese vuole invertire la rotta", affermano le associazioni che chiedono ai Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome, di pretendere l'eliminazione del paragrafo che intende consentire l'uccisione dei lupi.
"Si tratta di una prospettiva gravissima, tecnicamente inefficace ed eticamente inaccettabile - rilevano le associazioni - che rischia di far ricordare il presidente del Consiglio Gentiloni come colui che ha riaperto la caccia ai lupi", pratica che potrebbe incentivare "gli atti di bracconaggio contro la specie". "Il presidente Gentiloni proseguono le associazioni in una nota congiunta - è chiamato dunque a una riflessione" non solo per "l'alto incarico istituzionale che ricopre" ma anche per "l'esperienza in campo ambientalista, visto il passato da direttore di un'importante testata giornalistica specializzata in questo campo".
"Per i lupi - spiegano Enpa, Lac, Lav, Lipu e Lndc - non sono possibili abbattimenti realmente selettivi", "i comportamenti predatori potrebbero aggravarsi" come anche "le tensioni sociali, con la richiesta di nuovi e continui abbattimenti e una maggiore tolleranza verso atti di bracconaggio e di 'giustizia' privata'".
"La riapertura della caccia al lupo - concludono - vanificherebbe di fatto i contenuti positivi del piano, che prevede numerose azioni con l'obiettivo di diminuire la conflittualità sul territorio tra gli interessi umani, la presenza del lupo e rilevanti attività a tutela del lupo, quali il contrasto del bracconaggio e la prevenzione delle ibridazioni tra lupi e cani, causa dei maggiori contrasti con le attività produttive sul territorio".
Minambiente, nessuna caccia al lupo, solo deroghe eccezionali. "Non esiste nel piano alcuna 'caccia al lupo' indiscriminata, come paventato da alcune associazioni, ma un insieme di azioni coerenti sotto il profilo scientifico, mirate a migliorare lo stato di conservazione della specie e al contempo la pacifica convivenza con l'uomo". Lo si legge in una nota del ministero dell'Ambiente, guidato da Gian Luca Galletti, a seguito dell'allarme lanciato da alcune associazioni ambientaliste sulla possibilità di riaprire la caccia al lupo in Italia. "Domani arriva in Conferenza Stato-Regioni, per un confronto di ordine tecnico, il Piano di conservazione e gestione per il lupo in Italia - scrive il Ministero -. La sua redazione ha coinvolto oltre 70 tra i massimi esperti dell'argomento, oltre all'Istituto per la Protezione Ambientale (ISPRA) e i maggiori portatori d'interessi". "Il piano, che prevede 22 azioni di conservazione della specie, affronta anche il tema nodale della risoluzione sostenibile dei conflitti con le attività dell'uomo, nel pieno rispetto della normativa comunitaria e di quella nazionale - prosegue la nota -. Proprio a questo scopo, il testo concede in casi eccezionali la possibilità di attivare deroghe al divieto di rimozione di singoli esemplari di lupi, già prevista dalle norme italiane ed europee, avviando un percorso strettamente regolamentato e caratterizzato da rigorose azioni di prevenzione".