Primo via libera oggi da governo e
Regioni all'abbattimento controllato dei lupi ma gli
ambientalisti protestano per quello che definiscono un via
libera alla caccia.
La specie selvatica, dopo 46 anni di protezione assoluta, e'
tornata a popolare le nostre montagne, finendo per colpire
greggi e mandrie. Per rispondere alle proteste degli allevatori,
la Conferenza Stato-Regioni ha dato oggi un primo via libera a
un piano che prevede fra l'altro un abbattimento controllato
fino al 5% degli esemplari presenti sul territorio nazionale. Le
associazioni animaliste sono subito insorte, dicendo che si
tratta di una misura inutile e dannosa.
Il "Piano per la conservazione del lupo" e' stato approvato
questo pomeriggio dai tecnici della Conferenza Stato-Regioni.
L'approvazione definitiva ci sara' il 2 febbraio, in sede
politica, quando lo voteranno il ministro dell'Ambiente e i
rappresentanti delle giunte regionali.
Il documento prevede 22 misure per favorire la convivenza fra
lupi ed attivita' agricole. Si va dai recinti elettrificati a
procedure piu' rapide per i rimborsi agli allevatori nonche' la
lotta agli incroci tra cani e lupi. Ma la misura piu' controversa
e' l'ultima, la 22/a. Prevede che, come estrema possibilita', e in
presenza di un piano regionale approvato dal Ministero
dell'Ambiente, si possa abbattere un numero di animali fino al
5% della popolazione complessiva in Italia.
Il Ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, difende il
provvedimento. "Il problema del lupo e' ormai evidente. In certe
zone la sua presenza e' diventata un rischio per le attivita'
agricole, ci sono attivita' che chiudono per la presenza di
questi animali. Per questo ho messo intorno ad un tavolo 70
esperti, per affrontare la questione in modo scientifico". Per
Galletti, l'abbattimento di un massimo del 5% degli esemplari
"non mette a rischio la presenza del lupo in Italia. Se non
facciamo questo, il bracconaggio diventera' lo strumento di
tutela degli agricoltori. E allora davvero la sopravvivenza del
lupo sara' a rischio". Coldiretti parla di "primo passo
importante per affrontare una emergenza senza precedenti".
Gli animalisti pero' non ci stanno. "Per i lupi - spiegano
Enpa, Lac, Lav, Lipu e Lndc, che si appellano direttamente al
presidente del Consiglio Paolo Gentiloni - non sono possibili
abbattimenti realmente selettivi", "i comportamenti predatori
potrebbero aggravarsi" come anche "le tensioni sociali, con la
richiesta di nuovi e continui abbattimenti e una maggiore
tolleranza verso atti di bracconaggio e di 'giustizia'
privata'".
Per il Wwf, il Piano lupo e' "un'arma di distrazione di massa.
Risponde alle istanze delle parti piu' retrograde degli operatori
del settore, indica una soluzione che non solo e' estremamente
pericolosa per una specie che viene gia' colpita duramente ogni
anno da bracconaggio e uccisioni accidentali, ma e' del tutto
inefficace e improduttiva per allevatori e pastori".