Si chiama "Cuccioli in pentola" ed è un profilo Facebook che offre ricette culinarie di carne di cane e gatto. Il tono è colto, ironico e provocatorio. La Lega antivivisezione (LAV) ha lanciato una campagna per far bloccare la pagina. Il gestore, Agata, di Roma (è tutto quello che rivela di sé), a chi l'attacca risponde "sono penalmente inattaccabile e moralmente pronto a ridere dei tuoi travasi di bile virtuali".
"Cuccioli in pentola" piace a 1.762 persone ed è seguita da 2.117. L'immagine del profilo mostra due teneri gattini in una padella, quella di copertina è molto più esplicita: mostra quello che sembra un cane arrostito su di uno spiedo. Il gestore ha il vezzo di non usare mai le parole cane e gatto, ma il termine arcaico "loppide" (discendente dal lupo) e "miagolo" (evidente onomatopea). Poi sfotte l'"animalista mannaro" e il "vegano estremista che trova soddisfazione nell'aggredire chiunque non abbracci il tuo stile di vita".
Nella presentazione del profilo, Agata ricorda che la macellazione, il commercio e la somministrazione di carne di cane e gatto in Italia è "reato punito penalmente", e invita chi vuole mangiarla ad andare in Svizzera, dove è legale. Condanna il maltrattamento degli animali e ribadisce che nessun animale è stato maltrattato o ucciso per compilare la pagina.
"La presente è una pagina di approfondimento culturale e gastronomico - scrive -. Riporto solo la tradizione culinaria dei Paesi del mondo e delle zone italiane in cui il loppide ed il miagolo si mangiavano all'epoca dei nostri antenati, come Vicenza e la Toscana".
Le ricette sono presentate con toni da humor nero. Una ricetta di gatto del sud degli Stati Uniti viene descritta come la vendetta degli schiavi contro i gatti dei loro padroni, un'altra come il sistema con cui un'amica si è liberata dei rumorosi gatti dei vicini. Ci sono lo Spezzatino alla Gattara romanesco e un fantomatico "risotto col puntel de gatt" brianzolo, oltre a ricette filippine e peruviane.
I commenti dei navigatori sono in genere di insulti, ma non mancano gli aficionados che ringraziano Agata per le sue "prelibatezze". (ANSA).