Al via una nuova spedizione italiana in Mongolia per censire uno dei felini più minacciati di estinzione al mondo: il leopardo delle nevi. Il team di ricerca del Museo delle Scienze Naturali di Trento (Muse) parte sabato dall’aeroporto di Bologna, e via Mosca, domenica 2 aprile è previsto ad Ulan Bator. Dalla capitale della Mongolia, Francesco Rovero e i suoi impiegheranno non meno di altri due giorni per raggiungere il Parco Nazionale Tavan Bogd, dove i Monti Altai toccano i 4.300 metri e ospitano alcuni degli ultimi 4mila leopardi delle nevi stimati che sopravvivono alla scomparsa. Da quel momento, la spedizione italiana in Mongolia avrà18 giorni per posizionare 60 fototrappole nei punti in cui si rinvengono le tracce del passaggio di uno dei felini più minacciati al mondo, ribattezzato “il fantasma delle montagne”. Obiettivo: aumentare le conoscenze su questa specie e censire il numero di esemplari presenti nei 1000 chilometri quadrati da campionare.
La spedizione guidata da Rovero, curatore della sezione biodiversità del Museo delle Scienze Naturali di Trento, è sostenuta in Italia dal Parco Natura Viva di Bussolengo che ospita Nudan e Samira, due degli otto leopardi delle nevi che vivino in Italia. Per l'occasione il Parco lancia l’hastagh #fantasmadellemontagne e seguirà la diretta della spedizione, in contatto via internet o via satellite fino al rientro previsto per il 22 aprile.
"Una delle grandi minacce alla sopravvivenza del fantasma delle montagne è la perdita di habitat a causa dell’espansione delle attività pastorali e la conseguente scomparsa delle prede naturali", spiega Francesco Rovero. "Nella prima spedizione del 2015 abbiamo registrato un’estensione drammatica degli allevamenti di capre cachemere, che devono soddisfare la domanda del pregiato tessuto anche da parte dell’Occidente".
Si tratta di una specie elusiva e solitaria, poco conosciuta, che sta a guardare mentre il proprio habitat viene compromesso. "Mentre in campo si cerca di ottenere il maggior numero di dati possibile, Nudan e Samira sono inseriti nello European Endangered Species Programme - spiega Caterina Spiezio, responsabile del settore ricerca e conservazione del Parco Natura Viva - che consente di preservare un patrimonio genetico che in natura va scomparendo. L’allevamento nei parchi zoologici significa per molte specie a rischio avere la possibilità di contare su una diversità genetica preziosa per scongiurarne l’estinzione e offrire un'alternativa alla scomparsa".