La stella marina corona di spine, temibile predatrice dei coralli nell'Indo-Pacifico e tra i nemici numero uno della Grande barriera corallina, non ha quasi più segreti: un team di ricercatori ne ha sequenziato il Dna e ha raccolto informazioni che potrebbero servire per controllare questa specie molto aggressiva e invasiva.
Pubblicato su Nature, lo studio è stato realizzato fra gli altri dall'Università del Queensland e dall'Istituto di scienza e tecnologia di Okinawa. I ricercatori hanno scoperto che le aggressive stelle "mangia-coralli" si raccolgono in massa in seguito al rilascio di feromoni. Grazie al sequenziamento del Dna di queste creature è stato possibile "decodificare" anche tale sostanza, un assist per i biologi impegnati nel controllo della specie. Negli ultimi anni, spiega uno degli autori dello studio, "sono stati spesi milioni di dollari in progetti di cattura delle stelle corona di spine". Due anni fa fu sperimentato anche un robot a tale scopo. "Ora che abbiamo scoperto il gene con cui comunicano, possiamo fabbricare delle esche sicure per l'ambiente che facciano convergere le stelle marine in un posto dove poi poterle rimuovere".
La stella marina corona di spine (Acanthaster planci) è dotata di grandi aculei velenosi ed è responsabile di invasioni molto distruttive ai danni delle barriere coralline. Secondo l'Università del Queensland è responsabile del declino di circa il 40% dei coralli nella Grande barriera australiana, già pesantemente danneggiata a causa del fenomeno dello sbiancamento.