(di Alessandra Baldini) Buone e cattive notizie in vista per Yoghi e compagni: i "grizzly" di Yellowstone che negli anni Cinquanta hanno ispirato i personaggi dei cartoni di Hanna e Barbera stanno per essere tolti dalle liste delle specie a rischio tutelate a livello federale. "E' uno dei grandi successi nella storia della protezione delle specie in America", ha detto il ministro degli Interni Ryan Zinke citando la decisione motivata dal fatto che da 136 nel 1975, quando era scattata la tutela, gli Yoghi di Yellowstone sono saliti a quota 700. L'annuncio del Fish and Wildlife Service ha fatto scattare proteste tra gli ambientalisti e tra decine di tribù indiane, per i quali i "grizzly" sono animali sacri. Dopo oltre 40 anni la giurisdizione sugli orsi tornerà ai tre Stati limitrofi, Idaho, Montana e Wyoming: questo significa che per ogni grizzly che si avventurasse fuori dal parco rischierebbe di scattare la caccia se le autorità dei tre Stati decideranno di far ripartire l'attività venatoria o se gli orsi venissero considerati una minaccia per l'allevamento del bestiame. Un tempo quasi 50 mila, i grizzly d'America sono stati decimati da secoli di caccia e di sterminio. A differenza di quelli di Yellowstone (nei cartoni animati il parco dei Yoghi e Bubu veniva chiamato Jellystone) altri gruppi di orsi che vivono nell'Idaho, nel Montana e nello stato di Washington continueranno ad essere protetti. Matt Bishop, un avvocato del Western Environmental Law Center, ha preannunciato un'azione legale perché la decisione "non è stata presa su basi scientifiche". Le preoccupazioni degli ambientalisti sono motivate dall'effetto serra che sta cambiando l'ecosistema della regione dei parchi, mettendo a rischio, tra l'altro, l'esistenza di un pino di cui gli orsi mangiano la corteccia: proprio per questa ragione nel 2007 un tribunale federale aveva bloccato il "delisting". La protezione delle specie a rischio negli stati del West e' un tema fortemente politico. I repubblicani hanno presentato varie proposte per cambiare la legge che ne fissa i criteri: una di queste, sponsorizzata dal senatore Rand Paul del Wyoming, richiederebbe il si' del Congresso per ogni nuovo inserimento e l'uscita dalle liste dopo cinque anni di protezione.